(ANSA) - TUNISI, 09 NOV - Uno studio di Mixed Migration
Centre in Nord Africa e Heinrich Böll Foundation di Tunisi sulle
condizioni dei rifugiati e dei migranti in Tunisia ha rivelato
che gran parte di essi lavora nel settore informale, il che li
rende vulnerabili allo sfruttamento economico e li lascia senza
protezione sociale. Il rapporto congiunto si intitola "The
Hidden Trials of an Invisible Workforce: The Economic Life of
Refugees and Migrants in Tunisia" e fornisce una panoramica
della situazione economica dei rifugiati e dei migranti in
Tunisia, compreso il loro accesso al mercato del lavoro e il
loro contributo all'economia locale e nazionale. Include
raccomandazioni alle autorità tunisine (nazionali e locali),
alle organizzazioni internazionali, alla società civile e ai
ricercatori.
Sebbene non siano disponibili statistiche governative
aggiornate sul numero di migranti nel Paese nordafricano, il
Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni
Unite (Undesa) ha stimato che nel 2019 circa 57.000 migranti
subsahariani (compresi rifugiati registrati e richiedenti asilo)
risiedevano in Tunisia, si legge nello studio. Tra essi persone
che ambiscono a studiare in uno degli istituti di istruzione
superiore in Tunisia, lavorare e sostenere le loro famiglie nel
loro paese d'origine o cercare sicurezza. L'Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha registrato al 30
giugno scorso 8.465 rifugiati e richiedenti asilo in Tunisia,
mentre il numero di rifugiati riconosciuti era pari a 2.688
(32%). Lo studio rivela anche che la maggior parte dei rifugiati
e dei migranti sono impiegati nel settore informale e non
possono accedere a opportunità di lavoro formali, e dunque il
loro contributo all'economia tunisina spesso passa inosservato.
I lavori che riescono ad ottenere spesso sono quelli poco
retribuiti e non desiderabili per i tunisini, colmando così una
lacuna nel mercato e fornendo servizi essenziali o necessari. I
rifugiati e i migranti che risiedono in Tunisia hanno profili
diversi, tra essi vi sono quelli in fuga da guerre e disordini
civili nel loro paese d'origine o in Libia ma anche coloro che
cercano opportunità di istruzione e di lavoro. Queste categorie
non sono nettamente separate.
La maggior parte dei lavoratori rifugiati e migranti è
impiegata nel settore informale, rileva lo studio, che consente
loro di guadagnarsi da vivere e talvolta di inviare le rimesse a
casa. Tuttavia, senza contratti o accesso ai servizi sociali e
senza protezione legale, sono vulnerabili e vanno incontro a
diversi tipi di mancanze di protezione, con conseguenze quali lo
sfruttamento, la precarietà del lavoro e il mancato pagamento
dei salari. Chi non riesce a trovare lavoro spesso accumula
debiti, non riuscendo a pagare le bollette o il necessario
attraverso altre fonti di reddito, oppure come il caso di molti
studenti sub-sahariani iscritti alle università tunisine debbono
impegnarsi in attività informali per integrare il proprio
reddito, anche perché le borse di studio sono spesso
insufficienti. Lo status giuridico fluido di rifugiati e
migranti in Tunisia, dove è facile cadere nell'irregolarità, è
intrinsecamente legato al quadro giuridico del Paese. In assenza
di una legislazione globale in materia di migrazione e asilo, i
diritti e l'accesso al mercato del lavoro di rifugiati e
migranti rimangono non protetti e non garantiti.
La Tunisia non ha infatti una legislazione organica per
proteggere i diritti economici e i mezzi di sussistenza di
rifugiati e migranti, conclude lo studio. Il Paese non ha
ratificato le convenzioni internazionali sui lavoratori migranti
e non ha previsto disposizioni particolari nella strategia
migratoria nazionale per tutelare i diritti dei lavoratori
migranti. Lo studio sottolinea infine come nessuna legge in
materia di asilo sia stata ancora adottata, in un periodo in cui
la dinamica migratoria in Tunisia sta cambiando, e in cui è
necessario attribuire maggior importanza alla riflessione sui
diritti del lavoro e alla partecipazione di rifugiati e migranti
all'economia tunisina. (ANSA).
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Tunisia: studio, diritti economici migranti non rispettati
Occorre legge su asilo che consideri anche aspetti economici