(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 7 GEN - Dialogo con il movimento di
protesta e un ruolo più attivo a livello internazionale: il
nuovo presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha posto le basi
per una svolta nel Paese nordafricano, la cui realizzazione è
stata affidata al nuovo premier Abdelaziz Djerad, da poco
nominato e che si è già espresso in questo senso. Un primo
segnale del nuovo corso si è avuto pochi giorni fa, con la
liberazione di 76 esponenti di rango della recente protesta
antigovernativa, tra cui l'86enne veterano della guerra di
indipendenza Lakhdar Bourega. Arrestato durante le proteste ha
passato sei mesi in prigione, nonostante l'età avanzata.
Djerad, il 28 dicembre, è stato nominato primo ministro dal
nuovo presidente Tebboune che, il 12 dello stesso mese, era
stato eletto successore dell'anziano e malandato leader
Abdelaziz Bouteflika, costretto alle dimissioni da piazza e
militari in aprile dopo essere rimasto saldamente al potere per
20 anni. Giovedì scorso è stata annunciata la squadra di governo
di Tebboune, guidata da Djerad: circa un terzo dei ministri
hanno fatto parte di precedenti esecutivi sotto Bouteflika, ma
non mancano novità, a partire dalla decisione di Tebboune di non
nominare un militare come Ministro o Vice Ministro della Difesa,
incarico che, in base alla Costituzione, assumerà quindi
direttamente lui stesso. Si tratta di una scelta importante e di
un ulteriore segnale di apertura verso le pressanti
rivendicazioni popolari degli ultimi mesi tra le quali anche
quella di uno Stato affidato ai civili e non ai militari.
All'Industria è andato l'economista Ferhat Ait Ali, che in
una recente intervista ha parlato delle possibilità di
potenziare le relazioni commerciali con l'Italia.
"Djerad ha perorato un dialogo diretto fra 'i rappresentanti'
del movimento di protesta dell 'Hirak' e quelli di Stato e Forze
armate, come anche dell'opposizione", ha commentato il sito
algerino Radio M, precisando che il neopremier ha invitato a
"fare affidamento sul patriottismo degli algerini".
Riferendosi poi alla Costituzione, il futuro premier, già
all'inizio delle proteste, aveva sostenuto la necessità di
applicare gli articoli 7 e 8, quelli sulla "sovranità del
popolo", per rispondere alle sue "legittime rivendicazioni".
Djerad, inoltre, si era detto a favore di dimissioni del
presidente ad interim Abdelkader Bensalah, come invocato dalla
piazza.
Il movimento di protesta Hirak, che non ha ancora un leader
di spicco nonostante i recenti appelli ad organizzarsi in una
forma più strutturata, ha boicottato le elezioni presidenziali
facendo scendere l'affluenza al 40% e continua a chiedere un
cambio del sistema di potere algerino, ritenuto corrotto ed
inefficiente nonostante il parziale ricambio dei vertici.
In tema di politica estera, che resterà affidata al
presidente Tebboune e al ministro degli Esteri Boukadoum, il
premier "ha parlato di "mancanza di comunicazione con i partner
stranieri" indicando che "la nostra diplomazia non deve restare
sulla difensiva". Negli ultimi giorni l'Algeria ha già preso
alcune decisioni: di fronte agli sviluppi libici e al recente
voto del Parlamento turco, ha inviato aiuti umanitari nelle zone
di frontiera. Tebboune ha poi presieduto una riunione dell'Alto
Consiglio di Sicurezza (la prima volta dal 2011) dedicata al
controllo delle frontiere e Boukadoum ha anticipato che
l'Algeria prenderà una "serie di misure" per contribuire alla
soluzione pacifica della crisi libica. (ANSAmed).
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Algeria, nuovo premier Djerad si impegna per dialogo
Con protesta e a livello internazionale, liberati 76 detenuti