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Tunisia: legislative, tra alleanze e liste indipendenti

Elettorato disorientato in un clima di disillusione generale

Redazione Ansa

(di Paolo Paluzzi) (ANSAmed) - TUNISI, 30 SET - Domenica prossima oltre 7 milioni di elettori tunisini sono chiamati a rinnovare i loro rappresentanti in parlamento. Ad essere eletti, con il sistema proporzionale a liste bloccate e senza sbarramento, saranno in 217, 199 dai residenti in Tunisia e 18 dai tunisini all'estero.

La campagna elettorale per le legislative si svolge in sordina, senza interesse particolare da parte di media, osservatori e cittadini, offuscata dal grande interesse per il ballottaggio presidenziale del 13 ottobre che vedrà sfidarsi il giurista conservatore Kais Saied ed il magnate in cella Nabil Karoui, e i tunisini sembrano essere scarsamente informati sui programmi delle liste dei vari candidati. Questo scarso interesse dei cittadini per le legislative può essere spiegato da un lato con il clima di disincanto generale nei confronti della politica da parte dei tunisini dopo "l'ubriacatura democratica" dell'immediato post-rivoluzione, dall'altro alla luce dell'esito del primo turno delle presidenziali che ha visto affermarsi due candidati anti-sistema. I risultati del primo turno delle presidenziali, che hanno sancito un'amara sconfitta del sistema dei partiti tradizionali potrebbero dunque voler dire un'affermazione delle liste indipendenti o anti-sistema anche alle legislative, ma questa conclusione non è così automatica e mentre gli analisti si interrogano sulla vera o presunta indipendenza autentica di queste liste, gli elettori rimangono disorientati rispetto a una tale varietà di offerta. 1.572 sono liste presentate in tutti i collegi elettorali, 15.737 i candidati. Sono 722 le liste indipendenti, 687 quelle dei partiti, 163 quelle di coalizione. Nel 2014 le liste di partito erano invece 910 contro 472 di quelle indipendenti.

L'aumento del numero delle liste indipendenti si spiega anche con il loro successo alle elezioni comunali del marzo 2018, quando con la promessa di rinnovamento nella governance, presentandosi come alternativa ai partiti politici tradizionali, ottennero oltre un terzo delle preferenze. Ma con il passare del tempo non mancarono tuttavia i problemi, poiché in seno ai consigli comunali numerosi rappresentanti di liste indipendenti furono costretti alle alleanze più varie, con diversi casi di scioglimento consigli municipali per impossibilità di governare la cosa pubblica. Molte liste indipendenti in effetti si sono nel tempo rivelate al servizio di alcuni partiti, rinnegando in parte la loro stessa natura. Così gli elettori si trovano di fronte al dilemma di votare per liste che rappresentano partiti politici che hanno già fallito e liste indipendenti, che a volte non sono veramente tali. Da tenere in considerazione inoltre il probabile alto tasso di astensione a questa tornata elettorale. Alle comunali del 2018 il tasso di affluenza alle urne era stato del 34,4%, alle ultime presidenziali del 45%. Al di là di queste considerazioni le elezioni legislative tunisine, le terze del post-rivoluzione sono da seguire perché la composizione del nuovo parlamento delineerà il nuovo panorama politico tunisino, la squadra di governo e le scelte politiche del paese nordafricano per i prossimi 5 anni. (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it