(ANSA) - IL CAIRO, 28 MAG - Chatham House, uno dei più
accreditati think tank a livello mondiale, vede negli scontri
per il controllo di Tripoli uno "stallo dinamico" iniziato
subito dopo che il 4 aprile scorso le forze del generale Khalifa
Haftar lanciarono il loro attacco alla capitale libica.
E' quanto emerge da un articolo pubblicato sul sito dello
stesso centro studi britannico in cui si definisce "remota" la
possibilità che vinca una delle due parti: quindi né il generale
né le forze che difendono Tripoli e il governo del premier Fayez
Al Sarraj.
Il think Tank specializzato in analisi della geopolitica e
delle tendenze politico-economiche globali sostiene inoltre che
- per uscire da questo stallo - un ritorno ai "parametri di Abu
Dhabi" è probabilmente un "non-starter", ossia destinato a
fallire prima ancora di cominciare.
Il riferimento é all'incontro del 27 febbraio tra Haftar e
al-Sarraj nella capitale degli Emirati arabi uniti: ci fu un
accordo che poi però il premier non sarebbe stato in grado di
imporre al proprio schieramento, lascia intendere Chatham House.
Questo, prosegue l'articolo attribuendo la versione a "voci"
ma in pratica accreditandole, potrebbe "aver condotto Haftar a
credere" che l'accordo non sarebbe stato attuato "come gli era
stato promesso, spingendolo a muovere" e ad attaccare Tripoli.
L'intesa di Abu Dhabi, che nei resoconti della prima ora
sarebbe stata incentrata sullo svolgimento di elezioni, secondo
le indiscrezioni accreditate dal think tank prevedeva che ad
Haftar fosse "effettivamente garantito il controllo delle forze
armate" e "la capacità di influenzare la selezione di uno
snellito Consiglio presidenziale".
Dopo il lancio dell'offensiva "sono emerse voci che Sarraj
era bloccato o incapace di piazzare l'accordo", scrivono gli
autori Emadeddin Badi e Tim Eaton senza precisare chi avrebbe
rifiutato l'intesa.
In altre analisi sono state ipotizzate resistenze fra le
milizie di Misurata e i Fratelli musulmani, forti a Tripoli ma
nemici di Haftar e dei suoi sponsor politico-militari Egitto ed
Emirati.
Lo stallo nell'avanzata di Haftar viene spiegato dal Chatham
House, oltre che con la mobilitazione di "alcune forze dalle
città di Misurata e Zintan, anche con il "fallimento" del
generale nel convincere un numero sufficiente di milizie a
cambiare schieramento ripetendo uno schema di "accordi" che gli
ha consentito di conquistare la Mezzaluna petrolifera sul golfo
della Sirte e il sud della Libia.
E per uscire dallo stallo, in cui resta "paralizzato" anche
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite "fin quando non
emergerà una posizione Usa più chiara", il think tank consiglia
di non concentrarsi su Haftar e Sarraj ma su "individui della
sfera sociale e militare che siano veramente rappresentativi"
(più del premier) e "in grado di muovere il processo" politico
(più del generale). (ANSAmed).
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Libia: Chatham House, 'stallo dinamico' senza vincitori
Premier é debole, inutile tornare a un dialogo Haftar-Sarraj