(di Rodolfo Calo')
(ANSAmed) - IL CAIRO, 3 LUG - Al Sisi, blindato
dall'esercito, e' saldamente al comando dell'Egitto e
probabilmente lanciato verso un raddoppio del suo mandato
quadriennale. Improbabile e' invece una spallata di piazza da
parte dei Fratelli musulmani nonostante le proteste per le isole
del Mar Rosso cedute all'Arabia saudita come suggello di un
inserimento del Cairo in un'alleanza alla ricerca di migliori
rapporti con l'Occidente.
E' questo il quadro tracciato da un rapporto pubblicato dal
"Jane's Information Group", controllata della societa' di
consulenza londinese Ihs-Markit, nel quarto anniversario della
"rivoluzione" (o "colpo di Stato" a seconda dei punti di vista)
che nel 2013 porto' alla deposizione del presidente espressione
dei Fratelli musulmani, Mohamed Morsi.
Il rapporto e' incentrato sulla ratifica che il presidente
Abdel Fatta Al Sisi ha fatto il 24 giugno scorso dell'accordo
raggiunto nel 2016 per trasferire all'Arabia saudita la
sovranita' delle isole di Tiran e Sanafir. Il dossier e' stato
pubblicato il 30 giugno, il giorno in cui nel 2013 si tenne
quella che la Bbc defini' "la piu' grande manifestazione
politica nella storia dell'umanita'": gli almeno 17 milioni di
manifestanti (30 milioni secondo l'esercito) che chiesero e
ottennero tre giorni dopo la deposizione di Morsi, eletto appena
l'anno prima.
"Il presidente Sisi considera sicura la propria posizione ed
e' probabile che si presenti per una rielezione nel 2018 con
l'appoggio dei militari", scrive l'analista Jack Kennedy nell'
"IHS Jane's Intelligence Weekly". Circa le isole, il rapporto
sottolinea inoltre che "il ramo esecutivo e legislativo vogliono
scavalcare quello giudiziario anche a rischio di proteste
popolari". Pero', viene aggiunto, "dimostrazioni di massa sono
improbabili sotto lo stato di emergenza".
Il riferimento e' alle disposizioni speciali antiterrorismo
che sono state varate il 10 aprile, il giorno dopo due attentati
kamikaze compiuti contro chiese cristiane a Tanta ed Alessandria
causando quasi 50 morti e almeno 120 feriti nel piu' sanguinoso
attacco contro i copti nella storia recente. Lo Stato di
emergenza, sotto cui peraltro l'Egitto ha gia' vissuto per 44
degli ultimi 50 anni, e' stato prolungato di altri tre mesi il
22 giugno.
L'accordo con Riyad sulle due isolette all'imboccatura del
Golfo di Aqaba "piazza saldamente l'Egitto nel blocco a guida
saudita guidato dal principe ereditario Mohammed bin Salman, nel
momento in cui quest'ultimo cerca una riforma religiosa e
migliori legami con l'Occidente", si sottolinea ancora
nell'ultimo dei tre "punti chiave" del rapporto.
Ihs, almeno nei key points, non elabora la tensione sociale
che si sta generando a causa della pressione inflattiva sul 30%
generata da liberalizzazioni imposte dal Fondo monetario
internazionale (Fmi) in cambio di un prestito triennale da 12
miliardi di euro promesso nell'agosto scorso a sostegno delle
riforme varate da Sisi e definite dal Financial Times "le piu'
coraggiose" mai tentate dagli anni Ottanta. (ANSAmed).
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Egitto: esperti, dopo 4 anni Sisi blindato e filo-saudita
Rapporto Ihs, con stato emergenza improbabili proteste di piazza