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Immigrazione: Bontempelli, serve politica unica Mediterranea

Colucci a Convegno Issm, 'approccio globale non solo emergenza'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - NAPOLI, 3 MAG - L'Italia sta affrontando i flussi di immigrati "con una politica migratoria nata nel 2011 un po' per caso, applicando le regole sull'asilo politico, che però devono fare i conti con l'accoglienza, visto che i flussi sono ingenti". Analizza così Sergio Bontempelli, studioso di "Africa insieme", associazione che dal 1987 si batte per i diritti dei migranti, il nodo dell'immigrazione che, spiega, "andrebbe affrontata con una politica internazionale del Mediterraneo, basata sulla solidarietà e la pace tra i popoli, studiando canali legali di immigrazione". La riflessione emerge dal convegno "Le radici della politica migratoria italiana", organizzata a Napoli dall'Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Cnr. La giornata è partita da una prospettiva storica delle migrazioni, che hanno attraversato e trasformato profondamente il contesto sociale, economico e culturale di numerosi territori negli anni dell'Italia repubblicana: su questo tema lo Stato italiano, la sua amministrazione centrale e periferica, gli organi di governo si sono relazionati con i movimenti di popolazione, costruendo politiche di controllo e di gestione dei flussi, allargando il campo di interesse alle politiche sociali e al mercato del lavoro, diversificando l'intervento a seconda delle necessità, delle congiunture e dei rapporti di forza. Una prospettiva storica fondamentale per leggere anche le migrazioni di oggi: "La politica migratoria - spiega Michele Colucci, dell'Issm-Cnr - non riguarda solo l'ingresso o l'accoglienza delle persone, ma è qualcosa di più complesso che ha a che fare con la politica sociale, economica e con la politica estera. Un universo di scelte degli stati che si deve collegare a un contesto internazionale: spesso, invece, la politica migratoria è troppo appiattita sulla questione dell'emergenza e questo porta a concepire soluzioni ristrette". Colucci guarda al passato, ricordando come "L'Italia, ad esempio a partire dagli anni '50 ha insistito molto per applicare il principio della libera circolazione dei lavoratori in Europa, perché era un Paese che aveva molti migranti: è stato molto faticoso, ma questo principio è stato applicato ed ha avuto un ruolo importante nella storia dell'integrazione europea". Ora l'Italia ha un ruolo diverso ma comunque centrale, vista la sua posizione geografica nel Mediterraneo e proprio per questo, come ha sottolineato Bontempelli: "Non si possono lasciare le politiche migratorie al caso, né consegnarle all'emotività e alla ricerca affannosa del consenso elettorale.

Una politica di inserimento legale dei richiedenti asilo può contribuire anche alla stabilizzazione in chiave democratica dei paesi d'origine. Non dimentichiamo - afferma - che l'Isis è cresciuto perché l'Europa ha abbandonato le primavere arabe al loro destino: quelle rivolte avevano una forte impronta laica, l'islamismo è arrivato dopo anche perché l'Europa non ha saputo sostenere le vaste aree laiche, pacifiste e pluraliste della popolazione, che per fortuna esistono ancora adesso". (ANSAmed).

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