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Regeni, la condanna Usa e il movente 'libico'

Il caso secondo un think tank americano e un giornale del Cairo

Redazione Ansa

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 8 APR - La condanna senza appello dell'Egitto di Sisi da parte del massimo think tank americano e l'evocazione di un fumosissimo movente 'libico' fatta da un quotidiano egiziano spiccano nella lettura di analisi e commenti sul caso di Giulio Regeni in circolazione al Cairo.

A pesare come un macigno a causa della conferma di numero uno nella classifica 2015 dei migliori istituti di analisi al mondo, da lunedì c'è un articolo della Brooking institution dal titolo "Gli Stati uniti non possono salvare l'Egitto da se stesso".

Nell'analisi, la senior fellow e direttrice del Center for Middle East Policy - Tamara Cofman Wittes - spiega la lettera inviata il 23 marzo al presidente americano Barack Obama in cui un "Gruppo di lavoro sull'Egitto" gli chiede di "opporsi pubblicamente e privatamente all'accelerato giro di vite del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ai danni di diritti umani e organizzazioni della società civile". "L'uccisione dello studente italiano Giulio Regeni, il cui corpo torturato è ricomparsi sul ciglio di una strada vicino al Cairo una settimana dopo il suo sequestro a fine gennaio, è assurto all'attenzione internazionale ma molti egiziani hanno condiviso questo destino da quando il presidente Al Sisi è salito al potere", si affermava nella lettera che l'analista del think tank americano difende con varie argomentazioni essendone firmataria: fra l'altro che l'Egitto "chiaramente non condivide i valori" degli Stati Uniti.

Il Cairo, il giorno stesso, aveva respinto l'attacco portato anche sulle pagine del New York Times sostenendo che la lettera del "Working Group on Egypt" contiene "false accuse e disinformazione". Un comunicato del ministero degli Esteri egiziano aveva sostenuto fra l'altro che la magistratura egiziana è indipendente e il Paese ha la costituzione "più avanzata nel Medio oriente" per la protezione dei diritti umani e della libertà di associazione (solo una "piccola minoranza" di ong "manca di comunicare" alle autorità l'origine dei fondi esteri che ricevono).

Proprio mentre era in corso la riunione tra investigatori egiziani e italiani a Roma, uno dei giornali del Cairo che sta seguendo il caso Regeni con più attenzione - Al Masry Al Youm - ha fornito spunti per spiegare la tortura a morte del giovane ricercatore friulano: sarebbe plausibile, secondo il commentatore Abbas El Tarabili, "l'ipotesi del conflitto colonialista moderno attorno alla 'torta libica', visto che la Libia è il più grande produttore ed esportatore di petrolio nel Nordafrica e ha grande depositi bancari fuori dal paese". "Ci sono un 90% di moventi politici europei, americani, mediorientali e anche turchi", sostiene il quotidiano controllato da privati e di orientamento liberale. "Dobbiamo esaminare il caso secondo questa logica politica", esorta il giornale aggiungendo fra l'altro che "questo crimine attenta all'Egitto e ai rapporti privilegiati con questo paese amico, l'Italia". (ANSAmed).

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