(ANSAmed) - IL CAIRO, 26 FEB - Un recente rapporto dell'Ocse
ha sfatato alcuni luoghi comuni sulle migrazioni provenienti
dall'Africa subsahariana tra cui quelli che i flussi da
quest'area siano massicci, in maggioranza "maschili" e
arginabili grazie allo sviluppo. Lo studio, intitolato
"Resserrer les liens avec les diasporas: panorama 2015 des
compétences des migrants", definisce "falso" che "la migrazione
subsahariana sia massiccia e punti principalmente ai paesi
ricchi".
Come ha sintetizzato questo mese il sito del quotidiano Le
Monde, il rapporto realizzato assieme all'Agenzia di sviluppo
francese rileva che tra i 232 milioni di migranti internazionali
censiti nel mondo nel 2013, appena 21 milioni (quindi meno di
uno su dieci) sono originari dell'Africa al di sotto del deserto
del Sahara, un tempo detta "nera". Su 13 milioni di migranti
presenti nei paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico (Ocse), "un'infima minoranza" proviene da
quest'area.
Inoltre già nel 2010 il 49,5% dei migranti subsahariani nei
paesi dell'Ocse erano uomini e, grazie ai ricongiungimenti
familiari, la quota "è in aumento costante" rendendo la "parità"
con le donne "quasi raggiunta", scrive le Monde smentendo la
convinzione che "la migrazione subsahariana sia principalmente
maschile e poco qualificata". Su questo secondo aspetto si
sottolinea che sempre secondo dati di sei anni fa "più di un
terzo" di questo tipo di migranti aveva fatto studi di scuola
superiore. Inoltre la quota di emigrati "qualificati" che lascia
questo enorme pezzo di Africa (13%) "è la più importante a
livello mondiale".
Terza convinzione sbagliata contraddetta dallo studio è
quella che "le migrazioni provenienti dall'Africa subsahariana
diminuiranno grazie allo sviluppo": la diminuzione avverrà ma
"non a breve termine", avverte il dossier. Per sostenere la tesi
il sito del quotidiano francese - nell'articolo pubblicato il 15
febbraio - ricorda che la popolazione dell'Africa "nera" è oggi
quella che "aumenta più rapidamente al mondo" e la regione avrà
"un terzo dei giovani tra i 15 e i 24 anni" entro il 2050.
"Controversa" viene definita poi la previsione che
l'emigrazione porterà benefici ai paesi di origine: sebbene le
rimesse degli emigrati, pari a 29,6 miliardi di euro nel 2014,
corrispondano al 2,3% del Pil della regione, la "vocazione" di
questo risparmio privato "non è quella di sostituirsi ai
finanziamenti pubblici e internazionali allo sviluppo", nota le
Monde sempre citando lo studio dell'Ocse. (ANSAmed).
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Migranti: studio Ocse su Africa nera sfata luoghi comuni
Flussi subsahariani non sono massicci nè poco qualificati