(di Francesco Cerri)
(ANSAmed) - MADRID, 26 GEN - Dopo la Grecia e il Portogallo,
la sinistra 'antisistema' è ora all'arrembaggio del potere anche
in Spagna: il partito post-indignado Podemos si avvicina al
governo, in possibile alleanza con i socialisti di Pedro
Sanchez.
Il paese è bloccato dalle politiche del 20 dicembre, che
hanno eletto un Congresso dei deputati frammentato e senza
maggioranza. Venerdì il premier uscente il popolare Mariano
Rajoy ha rinunciato a tentare per primo l'investitura.
Quantomeno per ora. Passando la patata bollente al segretario
Psoe Pedro Sanchez, secondo arrivato con 90 deputati contro 123
al Pp. Il leader di Podemos Pablo Iglesias ha subito chiesto un
governo di coalizione con i socialisti, rivendicando sei
ministri, i più importanti, e la poltrona di vicepremier per se
stesso. Un 'diktat' che ha fatto infuriare i 'baroni'
socialisti, dalle elezioni - il peggiore risultato storico per
il Psoe - ai ferri corti con Sanchez. Presidenti regionali,
ex-leader del partito come Alfredo Rubalcaba hanno denunciato
una "umiliazione" per il Psoe e la "arroganza" dei giovani
'podemiti'. Cresce l'irritazione di padri nobili del partito
come Felipe Gonzalez o di potenti leader territoriali come la
presidente andalusa Susana Diaz.
Nel fine settimana Sanchez e Iglesias si sono parlati. Il
primo ha chiarito che preferirebbe un governo Psoe di minoranza
appoggiato dall'esterno da Podemos. Iglesias ha avvertito che se
non andrà al potere, per 'garantire il cambiamento', non ci sarà
un governo Sanchez. Mercoledì re Felipe riprende le
consultazioni con i leader dei partiti prima di incaricare un
nuovo aspirante premier - dopo il rifiuto di Rajoy che, senza
appoggi, abilmente ha spostato tutta la pressione su Sanchez -
che dovrà tentare l'investitura. Dovrebbe toccare al leader
Psoe.
Ma il cammino verso un governo Psoe-Podemos, che dovrebbe
ottenere l'appoggio e/o l'astensione dei nazionalisti baschi e
degli indipendentisti repubblicani catalani di Erc per passare,
a maggioranza semplice in Parlamento al secondo turno, è ancora
tutto in salita. Al momento sembra però la sola alternativa al
ritorno alle urne in primavera. Rajoy nonostante i suoi 123
seggi su 350 finora si è scontrato con il veto di tutti gli
altri partiti. Sanchez cerca di riprodurre in Spagna il 'modello
portoghese' del nuovo premier di Lisbona il socialista Antonio
Costa, sconfitto nelle urne dal conservatore Pedro Passos
Coelho, ma arrivato al potere con l'appoggio della sinistra
radicale del Bloco de Esquerda, vicino a Podemos e a Tsyriza, e
ai comunisti.
Ma i 'baroni' socialisti hanno imposto diverse linee rosse al
segretario: 'no' a un accordo con Podemos se Iglesias continua
ad esigere un referendum sulla indipendenza della Catalogna,
'no' a patti con forze secessioniste o favorevoli al 'diritto di
decidere' come il Pnv. Senza le quali però Sanchez non ha i
numeri per andare alla Moncloa e salvarsi cosi da una probabile
rivolta interna nel Psoe. Il primo momento della verità per un
patto Sanchez-Iglesias sarà sabato, quando nel consiglio
federale Psoe i baroni socialisti dovranno decidere se dare o
meno via libera a un possibile 'governo portoghese' in Spagna.
(ANSAmed).
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Spagna: Podemos si avvicina a potere, con Sanchez premier
Iglesias avverte, in governo o non appoggiamo leader socialista