(di Francesco Cerri)
(ANSAmed) - MADRID, 22 DIC "Una nave che continua ad
avanzare a vele spiegate spinta da un vento economico ancora
favorevole, ma senza equipaggio, che corre verso la tempesta":
cosi la Spagna del dopo voto secondo l'opinionista Santiago
Carbò.
Per i politici di Madrid è un Natale da incubo. Entro il 13
gennaio, quando si costituirà il nuovo parlamento, a prima vista
ingovernabile, dovrebbero riuscire, con il giovane re Felipe al
timone, a inventare il miracolo che eviti un ritorno alle urne
in primavera. L'irruzione nel Congresso di 109 deputati, su 350,
della 'nuova politica' di Podemos e Ciudadanos, l'emorragia di
voti e seggi dei due grandi tradizionali, Pp (primo ma con solo
123 deputati) e Psoe (90), i veti incrociati e le linee rosse
emersi già ieri, hanno precipitato il paese, scrive El Pais, in
uno "scenario diabolico". Al premier uscente il popolare Mariano
Rajoy spetta il primo tentativo per formare il nuovo governo. Ha
annunciato trattative 'discrete' con Psoe e Ciudadanos. Ma il
socialista Pedro Sanchez per ora dive che voterà contro la sua
investitura. Il leader di Ciudadanos Albert Rivera rifiuta di
andare oltre un'eventuale astensione. Il segretario di Podemos
Pablo Iglesias intanto pone come condizione per un eventuale
tentativo di coalizione con il Psoe un referendum sulla
indipendenza della Catalogna, che i socialisti rifiutano.
Il rischio di un lungo periodo di instabilità, mentre il
paese è ancora convalescente in uscita da una durissima crisi
economica, mette in allarme confindustria e ambienti finanziari,
che premono per una Grose-Koalition alla tedesca Pp-Psoe (Moodys
ieri ha spostato sul negativo l'outlook spagnolo). Rajoy non lo
ha escluso. Ma il Psoe per ora non vuole sentirne parlare. Per i
socialisti, che sentono sul collo il fiato di Podemos, a solo
1,5% dal 'sorpasso' domenica, potrebbe essere un suicidio
politico. O allora potrebbero esigere che a guidare il governo
non sia Rajoy. L'analista Enric Juliana delinea oggi cinque
possibili scenari per evitare nuove elezioni: una legislatura
corta e un governo di minoranza Rajoy investito con l'astensione
di Ciudadanos e Psoe (si tornerebbe al voto nel 2017); un
governo tecnico di un anno, con un premier vicino ai popolari
indicato dal re, appoggiato da Pp e Psoe; la Grosse-Koalition,
presieduta da Rajoy con Sanchez vicepremier, se Pp e Psoe
raggiungeranno un accordo di legislatura; la stessa formula con
un altro premier Pp; un governo Sanchez di alternanza con
Podemos, Izquierda Unida (2 seggi) e i nazionalisti baschi del
Pnv (6 deputati), e l'astensione di Ciudadanos.
Ma il Natale si annuncia ad alta tensione non solo a Madrid.
Anche a Barcellona le due liste indipendentiste vioncitrici
delle regionali del 27 settembre ancora non si sono msse
d'accordo sulla rielezione del presidente Artur Mas, che vuole
andare alla secessione nel 2017. I radicali della Cup devono
dire 'si' o 'no' il 27 dicembre. Senza un nuovo presidente il 6
gennaio, anche la Catalogna dovrà tornare alle urne in
marzo.(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Natale politico da incubo, Spagna rischia ritorno urne
Crisi aperta fra veti incrociati, la mediazione del Re