(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 27 LUG - La Tunisia, approvando una nuova
legge per dare a forze di sicurezza ed esercito più strumenti
per contrastare l'insorgere del terrorismo, sta cercando in
questo modo di reagire all'attacco dell'integralismo armato. Uno
sforzo enorme per un Paese che, dall'affrancamento dalla Francia
alla democrazia, passando per il regime di Ben Ali, non aveva
mai pensato di dotarsi di un apparato legislativo che lo
proteggesse specificamente dal terrorismo confessionale,
'limitandosi'' a perseguire gli oppositori politici, magari col
ricorso alla pena capitale, comunque inapplicata da oltre
vent'anni.
Ora, inserendo esplicitamente il terrorismo tra i reati
punibili con la condanna a morte, la Tunisia ha cambiato
registro, cercando di fare leva sul potere deterrente della pena
capitale. Ma, per verificare veramente la portata della
decisione del Parlamento, bisognerà capire come i giudici
applicheranno la nuova legislazione e soprattutto quali saranno
i limiti entro i quali potranno o dovranno muoversi. Fatta salva
la non retroattività di qualsiasi legge (principio che vale per
tutti i regimi democratici e quindi anche per la Tunisia
post-rivoluzione) e l'impossibilità di processare chicchessia
due volte per il medesimo delitto (in ossequio al principio del
'ne bis in idem'), occorrerà comprendere come le procure si
muoveranno dal momento dell'entrata in vigore della legge.
Nelle settimane successive all'attentato del Bardo, prima, ed
alla strage di Sousse, dopo, ci sono stati centinaia di arresti
di presunti terroristi islamici, così come di sospetti
fiancheggiatori. Se è vero che la condanna a morte può essere
inflitta anche a chi aderisce a correnti integraliste e violente
dell'Islam (come quella takfirista) pur non rendendosi
responsabile di atti di terrorismo, resta difficile da decifrare
quale sarà la linea che tracceranno i magistrati delle procure,
ovvero se si limiteranno ad applicare acriticamente il dettato
della legge oppure faranno valere un minimo di principio di
valutazione. Può apparentemente sembrare una questione di
interpretazione ma, se vale il principio della cogenza della
lettera, la Tunisia rischia una raffica di condanne a morte che
colpirebbero anche coloro che, magari inneggiando ad una strage,
sarebbero colpiti 'solo' per una adesione ideologica ad una
visione integralista e violenta dell'Islam. Proprio quella che
la nuova legge vuole colpire considerandola come una tessera del
più complesso scenario terrorista.
La cosa che maggiormente colpisce nell'iter legislativo della
nuova normativa è che essa ha ottenuto la quasi totalità dei
votanti, nessun voto contrario e dieci astenuti. Come a dire che
nessuno dei partiti rappresentati in Parlamento, al di là
dell'ideologia, ha trovato da eccepire ad un giro di vite così
estremo come quello che si concretizza con una condanna a morte.
(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Tunisia: legge anti-terrorismo, tra dubbi e finalità
Si discute su tempi, efficacia e obiettivi