(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 2 LUG - Nè candidati più o meno occulti
dei Fratelli musulmani messi al bando, nè politici legati ai
"tycoons", rappresentano un serio pericolo per il presidente
egiziano Abdel Fattah El Sisi nelle urne delle elezioni
parlamentari egiziane il cui svolgimento attualmente è
prevedibile solo per la fine dell'anno. E' quanto emerge da
un'analisi fatta per l'ANSA dall'"Istituto Internazionale per
gli studi strategici" (Iiss), uno fra i maggiori think tank
mondiali.
"Oggi la maggior parte dei partiti sono considerati attori
deboli e non particolarmente significativi. Inoltre, molti sono
afflitti da dispute interne", afferma un'analista dell'istituto
basato a Londra. In lizza ci sono "partiti e figure politiche
affiliate all'ex presidente Hosni Mubarak e al suo Partito
democratico nazionale (Ndp), partiti islamisti (esclusa la
Fratellanza, ma incluso il partito Salafi al-Nour, che ha
sostenuto Sisi) e alcuni gruppi 'liberali' pro-Sisi come
un'alleanza di partiti chiamata 'Per l'amore dell'Egitto', il
Partito dei liberi egiziani, il Wafd e altri", ricorda
l'analista Hebatalla Taha: "'liberali' e salafiti hanno espresso
il desiderio di bloccare la possibile ascesa di partiti
pro-Mubarak, chiamati spregiativamente 'feloul', ossia
"rimasugli', e la Fratellanza musulmana", ha sostenuto
l'analista del think tank specializzato nell'analisi dei
conflitti politico-militari.
Circa il "peso" elettorale della Fratellanza musulmana, al
bando dopo la deposizione del loro presidente Mohamed Morsi,
l'analista dell'Iiss prevede che "la stragrande maggioranza dei
Fratelli musulmani boicotterà le elezioni", ma, viste "le
restrizioni del governo a qualsiasi forma di mobilitazione
legata all'organizzazione" è "improbabile" che si candidino
"anche figure della Confraternita interessate a partecipare" da
"indipendenti". "Anche Abdel Monieum Aboul Fotouh,
un'ex-esponente della Fratellanza il quale al momento è
considerato un centrista, ha detto che il suo partito 'Misr
al-Qawiya', boicotterà le elezioni", ha segnalato Taha.
Sul fronte dei grandi imprenditori, i cosiddetti "tycoons",
l'analista specializzata in Medio oriente ricorda che "l'esempio
più ovvio è quello di Naguib Sawiris, del Partito dei liberi
egiziani, che è anche proprietario del canale filo-governativo
'ONTV'. Lui è ampiamente pro-Sisi, sebbene il suo partito usi
temi 'rivoluzionari' nei suoi discorsi e sia fortemente contro
l'Ndp di Mubarak". Fuori gioco, ad avviso di Taha, è invece "il
controverso Ahmad Ezz, affiliato a Mubarak e ancora sottoposto a
un nuovo processo per corruzione": la sua candidatura è stata
respinta dalla Suprema corte elettorale. "Tycoons legati alla
Fratellanza musulmana hanno subito gravi repressione e molti di
loro hanno subito sequestri di beni", rileva Taha.
Alla domanda se quindi i magnati egiziani rappresentino un
pericolo per il potere di Sisi, la risposta di Taha è che "in
generale, la maggioranza dei tycoons lo hanno sostenuto,
specialmente perché ha seguito un'agenda 'business-friendly'".
Però, ha aggiunto l'analista Iiss, "la figura che il governo di
recente è giunto a vedere come una minaccia è l'ex-candidato
presidenziale Ahmad Shafiq". Sebbene viva "in esilio" ad Abu
Dhabi, è capo del Partito del movimento patriottico egiziano e
"sembra avere un qualche sostegno": l'esecutivo però gli ha
detto "di non tornare in Egitto e di non cercare un ruolo
politico", sostiene l'analista dell'Iiss. "Shafiq ha risposto
denunciando il governo in un'intervista-tv che è stata oscurata
", riferisce l'analista.(ANSAmed).
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Egitto: analista, Fratelli musulmani fuori dalle urne
Iiss, alle elezioni neanche i tycoons sono un pericolo per Sisi