(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 1 LUG - Il ritardo nello svolgimento
delle elezioni parlamentari egiziane, terza tappa della road map
del Paese verso la democrazia e per ora previste non prima
dell'autunno, sta creando uno stallo che avvantaggia il
presidente Abdel Fattah El Sisi e che sembra destinato a
terminare senza creare insuperabili ostacoli al capo di Stato
egiziano. E' quanto emerge da un'analisi fatta per l'ANSA dall'
"Istituto Internazionale per gli studi strategici" (Iiss), uno
fra i maggiori think tank mondiali.
Ufficialmente le elezioni ", dal luglio 2013, sono state
rinviate più volte", ha ricordato un analista dell'istituto
basato a Londra. "Il rinvio più recente c'è stato all'inizio di
marzo quando la Suprema corte costituzionale ha dichiarato
incostituzionali articoli della legge elettorale". I giudici
hanno stabilito che la normativa approvata nel 2014 "non è
riuscita ad assicurare un'equa rappresentanza per gli elettori",
ha aggiunto la analista Hebatalla Taha sostenendo però che "la
legge elettorale è stata considerata parte del tentativo del
governo di controllare la formazione del parlamento".
"Lo status quo avvantaggia Sisi", ha sostenuto ancora la
specialista per il Medio Oriente dell'Iiss. "Ha centralizzato
l'esecutivo e non ha dovuto cedere potere ad altri soggetti.
Qualsiasi forma di compartecipazione politica crea sfide per il
sistema", ha aggiunto. "Sisi di recente si è appellato ai grandi
partiti" a candidarsi "in un'unica lista elettorale congiunta,
circostanza indicativa della sua concezione della partecipazione
politica", ha sostenuto Taha: le elezioni "non comportano un
coinvolgimento politico dinamico, ma piuttosto la manifestazione
di un ampio avallo a lui e al suo mandato".
Le elezioni, però, devono tenersi: "Sisi ha bisogno di avere
un parlamento insediato che gli dia una qualche forma di
legittimazione internazionale e addirittura interna", ha
ricordato l'analista Iiss. "Ma - ha aggiunto - vuole un
Parlamento che lo assista nel consolidare ulteriormente il suo
potere, piuttosto che adempiere i suoi doveri di responsabilità
e controllo".
Alla domanda se il presidente dovrebbe temere la nascita di
un'assemblea che contrasti il suo potere, Taha ha sottolineato
una "forte probabilità che il parlamento sia pro-Sisi per una
serie di ragioni, tra cui le restrizioni imposte dal governo a
una vera opposizione e il fatto che chi è fortemente contro" di
lui "boicotterà le elezioni". Inoltre Sisi "in effetti è ancora
molto popolare" ma "ciò non significa", ha proseguito - che in
futuro "avrà lo spazio che ha adesso. Anche un parlamento debole
e/o pro-Sisi potrebbe sfidarlo su alcuni punti". Finora Sisi ha
governato attraverso decreti presidenziali e alcune di queste
leggi sono controverse come quella sulle manifestazioni, che
secondo "diversi partiti" sarebbe "incostituzionale", ha
ricordato Taha: "un vaglio parlamentare delle leggi", potrebbe
non essere sempre favorevole", ha aggiunto l'analista del think
tank specializzato nell'analisi dei conflitti politico-militari.
"E' improbabile" che ciò "mini alla base il suo potere, ma non è
nemmeno detto che gli dia la carta bianca di cui ha disposto
finora", ha concluso Taha. (ANSAmed).
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Egitto: think tank, stallo elettorale avvantaggia Sisi
Iiss, parlamentari poi non ostacoleranno troppo il presidente