(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 10 GIU - Un improvviso refolo di gelo
diplomatico sembra avere incrinato i rapporti tra Tunisia ed
Algeria che, sino ad appena qualche giorno fa, avevano
ripetutamente affermato la reciproca stima ed i comuni
interessi in più campi, a cominciare dalla lotta al terrorismo
che preme dentro ed all'esterno dei rispettivi confini.
Segnali, niente d'ufficiale ancora, ma, a detta degli
analisti politici algerini, ma anche tunisini, tutto sarebbe
diretta conseguenza dell'accordo, siglato alla fine di maggio a
Washington tra il segretario di Stato John Kerry ed il ministro
tunisino Mohsen Marzouk, con il quale gli Stati Uniti
riconoscono alla Tunisia lo status di ''alleato di primo piano
non membro della Nato'', che ha come prima e concreta
applicazione il rafforzamento dei rapporti militari.
Un accordo che ha fatto storcere i naso ad Algeri, che
evidentemente nulla sapeva di quanto stava per accadere e che
ora si ritrova a est (Tunisia) ed ovest (Marocco) due Paesi che
hanno rapporti privilegiati con la Nato. Non che questo abbia,
almeno per il momento, effetti pratici, ma certo la nuova
situazione mette l'Algeria in una condizione che certo non
s'aspettava, soprattutto dopo avere ripetutamente (ma anche
concretamente) ribadito la sua vicinanza alla Tunisia.
Cosa questo possa determinare, nell'immediato futuro, è
ancora difficile da ipotizzare, poichè l'Algeria, alle prese con
il riesplodere del terrorismo interno, deve necessariamente
fidarsi della Tunisia, con cui condivide centinaia e centinaia
di frontiera, troppo porosi per contrastare con efficacia gli
sconfinamenti di gruppi terroristici se con la piena
collaborazione dei vicini.
Ma ad Algeri, tra la sorpresa dell'accordo siglato a sua
insaputa e l'irritazione per la situazione che si è determinata,
appare evidente che a prevalere è la seconda. Questo stato di
tensione è stato comunque immediaamente colto da Tunisi che ora
sembra correre ai ripari per non pregiudicare i rapporti con il
potente vicino, peraltro il solo che abbia con atti concreti
manifestato attenzione per la situazione interna tunisina. Non è
certo un caso se appena ieri, alla Tap, Khemaïes Jhinaoui , il
consigliere diplomatico del presidente della repubblica Essebsi,
abbia puntializzato che mai la Tunisia permetterà il passaggio
di ''armi straniere nel suo territorio'' e che ''non
modificheremo la nostra politia di fronte all'Algeria, che
consideriamo un Paese fratello e che occupa una posizione
importante nella nostra politica estera''. (ANSAmed).
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Tunisia-Algeria: gelo diplomatico tra i Paesi 'fratelli'
Dopo accordo Washington-Tunisi su Nato