(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 20 APR - C'è voluto il pressante appello
del presidente Abdulaziz perchè, in Mauritania, dopo una
lunghissima stagione di dura contrapposizione tra il ''potere''
e le opposizioni, si avviasse un tavolo di trattativa.
Forse, guardando a quanto avvenuto con il necessario
realismo, è ancora un primo timidissimo passo, ma almeno, grazie
all'incontro di sabato scorso, l'ipotesi di un percorso comune
non è più utopia, ma la consapevolezza che il muro contro muro
dei mesi scorsi non può che essere negativo per un Paese che, al
contrario, avrebbe bisogno di scelte condivise o, almeno, non
ferocemente osteggiate.
La situazione politica in Mauritania è caratterizzata dalla
presenza di un riconosciuto ''uomo forte'', il presidente
Mohamed Ould Abdelaziz, che sembra essere in grado di guidare il
Paese senza fare troppe concessioni, grazie ad un consenso
popolare notevole, che però viene contestato dalle opposizioni
che, dopo essersi fatta tra loro una guerra sotterranea per
tanto tempo, ora sembrano avere ritrovato un profilo di
compattezza. Il tutto grazie alla creazione di una creatura
politica, il Forum per la democrazia e l'unità, che vede la
partecipazione di undici partiti esponenti dell'opposizione più
radicale all'establishment, cresciuto intorno alla figura del
presidente. In discussione c'è, innanzitutto, la forte richiesta
di democrazia che viene dalle opposizioni che, in mancanza di un
confronto paritario, hanno scelto la strada dell'Aventino,
boicottando le ultime elezioni, sia quelle presidenziali
(tenutesi nel giugno dello scorso anno e che hanno consentito ad
Abdelaziz di restare al potere), che quelle legislative che,
infine, quelle locali. Una scelta politicamente molto forte che
però, come sempre accade, ha messo le opposizioni all'angolo, da
dove, appunto perchè senza rappresentanza nelle varie assemblee,
potranno uscire solo con enormi difficoltà. Ma, allo stesso
tempo, una decisione che ha in qualche modo messo il presidente
davanti ad un quadro politico estremamente complesso e comunque
da non sottovalutare, anche per le preoccupazioni mostrate dalle
cancellerie occidentali.
Le prime schermaglie, comunque, sembrano fare trasparire un
cauto ottimismo perchè, come ha detto Mahfoudh Ould Bettah,
presidente della Convergenza democratica nazionale, il tavolo di
confronto è il primo concreto risultato delle opposizioni dopo
la presa del potere da parte di Abdelaziz (2008). Ma non
mancano le voci di discordanti e, come nel caso dell'ex
presidente Ely Ould Mohamed Vall, secondo il quale il dialogo
non porterà da nessuna parte. (ANSAmed).
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Mauritania: prove dialogo tra maggioranza e opposizione
Dopo il recente appello del presidente Abdulaziz