(di Francesco Cerri)
(ANSAmed) - ANKARA, 1 APR - Ma che cosa sta succedendo in
Turchia? A due mesi dalle cruciali elezioni politiche di giugno,
sembra che una mano invisibile abbia schiacciato il pulsante
'caos', scatenando un'improvvisa e infinita spirale di violenza.
"Quello che è successo in un solo giorno in Turchia
riempirebbe un giornale scandinavo per un mese", scrive su
Hurriyet l'analista Murat Yetkin.
Con le elezioni dietro l'angolo, che potrebbero cambiare il
corso della storia in un paese cruciale per l'Occidente, tutto
sembra accelerarsi e dare credito agli 'scenari del caos' che
ciclicamente si affacciano nella politica turca, e hanno portato
in passato a colpi di stato militari e repressioni feroci.
Una 'strategia della tensione' insomma, che potrebbe
condizionare il risultato elettorale. Nel 'martedì nero' turco
ieri è successo di tutto. A Palazzo di Giustizia a Istanbul, uno
degli edifici meglio protetti del paese, due 'brigatisti' del
Dhkp-C hanno sequestrato un giudice chiedendo 'giustizia' per un
ragazzo ucciso dalla polizia durante le proteste di Gezi Park.
E' finita in un bagno di sangue. Nell'assalto delle teste di
cuoio magistrato e sequestratori sono morti crivellati di colpi.
Nello stesso giorno un misterioso mega black-out elettrico ha
paralizzato il paese. Il premier Amet Davutoglu non ha escluso
un attacco terroristico, il ministro dell'Energia un
'cyber-attacco'. Finora senza alcuna prova.
Intanto con una 'storica' sentenza sono stati assolti 236
generali e alti ufficiali condannati nel 2013 a pene pesanti,
fino all'ergastolo, per un ipotetico golpe contro Erdogan. Un
processo servito per piegare i vertici militari eredi di Mustafa
Kemal Ataturk e consolidare il potere di Erdogan, che oggi però
ha bisogno dei militari.
All'indomani del 'martedì nero' il clima resta incandescente.
Una donna kamikaze e un uomo hanno attaccato la questura di
Istanbul. La donna è stata uccisa, l'uomo catturato.
Ci sono state decine di arresti di presunti simpatizzanti
Dhkp-C, scontri fra manifestanti e polizia, un uomo armato poi
arrestato ha assaltato una sede Akp.
Da tempo la celebre 'gola profonda' Fuat Avni - pseudonimo di
uno o più misteriosi uomini vicini al potere - anticipa su
twitter le manovre più oscure del potere e avverte che il
presidente islamico è pronto a tutto per vincere le politiche.
Avrebbe dato mandato al capo dei servizi segreti del Mit, il
fedelissimo Hakan Fidan, di programmare attacchi e manovre per
discreditare l'opposizione creando un clima di panico che spinga
gli elettori verso la sicurezza, cioè l'Akp di Erdogan. Vero,
falso? La sola certezza è che il 'sultano' vuole una maggioranza
assoluta forte per istituire una super-presidenza, cambiando la
costituzione. Una "dittatura islamica", traduce l'opposizione.
Ma anche qualche esponente Akp ipotizza un "ritorno
dell'impero ottomano". L'impennata di violenza è un 'regalo' per
Erdogan, scrive sul sito di Al Jazeera David Lepeska. Gli ultimi
sondaggi "hanno fatto squillare campanelli d'allarme" in casa
Akp, dice il politologo Cafer Solgun. Danno il partito sotto il
40%, contro il 50% alle politiche del 2011. C'è una fuga di voti
verso i nazionalisti del Mhp. Erdogan perderebbe la maggioranza
e i due grandi partiti laici Chp e Mhp potrebbero, in teoria,
formare un governo e imporgli un'insostenibile 'coabitazione'.
Così Erdogan ha cambiato discorso, ha stoppato il processo di
pace con i curdi, sfidato gli armeni sul genocidio, fatto votare
poteri senza precedenti alla polizia.
In uno scenario del caos probabilmente gli elettori in fuga
tornerebbero alla 'sicurezza' rappresentata dall'uomo forte del
paese, Erdogan.(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Turchia: l'incubo della strategia della tensione
A due mesi dalle elezioni politiche cruciali per Erdogan