Rubriche

L'occasione persa dell'Union du Maghreb Arabe

Compie 26 anni Unione che riunisce 5 Stati della regione

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TUNISI, 18 FEB - Il 17 febbraio del 1989, ossia 26 anni fa, nasceva a Marrakech l'Union du Maghreb Arabe. Per la prima volta i 5 stati della regione, ossia Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, si ritrovarono impegnati insieme in una impresa dalle piu' nobili intenzioni, divenuta inevitabile sotto la spinta di un nuovo ordine mondiale, caratterizzato da cambiamenti strategici decisivi. I mutamenti geopolitici, le unioni doganali, le riconversioni commerciali, spinsero queste nazioni a rompere gli schemi delle loro relazioni cristallizzate e ad unire i loro obiettivi per far fronte, con qualche possibilità di successo, alle nuove sfide comuni. Ma questo avvenimento storico, al quale ai tempi molti avevano brindato, purtroppo non ha prodotto molti risultati pratici. Le frizioni e i cambiamenti di linea delle varie parti hanno presto rovinato l'edificio unitario destinato ad un potenziale successo. Certo, sono state prese alcune importanti decisioni e messi in atto meccanismi di complementarietà con la firma di non meno di 15 accordi ratificati dagli stati membri dell'UMA ma e' mancata una vera volontà politica per realizzare tutti gli obiettivi prefissati. Workshop e seminari sfortunatamente non sono bastati e la maggior parte dei progetti comunitari sono rimasti congelati, abbandonati o non hanno raggiunto gli scopi prefissati. Cosi', ora ogni Stato di trova ad affrontare da solo le varie crisi che gli si prospettano e, per esempio, ciascuno dei tre paesi Marocco, Algeria e Tunisia, ha siglato separatamente accordi con l'Unione europea quando proprio l'esperienza dell'Unione europea dovrebbe far riflettere i maghrebini. Solo unendosi, ad esempio, questi paesi potrebbero fornire una risposta congiunta ed efficace al terrorismo che dilaga nella regione. Senza un piano di difesa comune e una conseguente strategia di insieme i paesi dell'UMA non riusciranno ad elaborare una strategia globale contro il terrorismo anche se qualche segnale positivo comincia ad arrivare. Secondo alcune fonti il leader di Al Qaida per il Maghreb Aymen Al Dhawahiri si sarebbe stabilito nel sud della Libia trasformandolo in santuario jihadista e solo questo sarebbe motivo piu' che sufficiente per spingere tutti gli stati del Maghreb ad elaborare una risposta comune a questa minaccia. Ma questo tipo di risposta unitaria tarda ad arrivare, ad eccezione della coordinazione in materia di sicurezza e difesa stabilitasi tra Algeria e Tunisia lungo le zone di frontiera comuni. (ANSAmed) Leggi l'articolo completo su ANSA.it