(di Rodolfo Calò)
(Ansamed) - IL CAIRO, 12 GEN - Arabi e africani, in Francia,
sono uniti da una sorta di "alleanza" dell'emarginazione e una
minoranza di queste comunità viene attirata dallo sfruttamento
"jihadista" della causa palestinese. Lo ha segnalato il
direttore dell'agenzia egiziana Mena, Alaa Heidar, commentando
l'attacco a Charlie Hebdo dal suo osservatorio privilegiato del
Cairo, arricchito da una profonda conoscenza della realtà
francese maturata in anni di corrispondenza a Parigi
"Gli arabi e gli africani sono stati emarginati e negletti
dai governi francesi che si sono succeduti, senza considerare
che non si sono adattati alla società francese", ha sostenuto
Heidar in dichiarazioni ad AnsaMed. "L'attentato contro la
rivista Charlie Hebdo e la presa di ostaggi in un ristorante
ebraico sono stati eseguiti da persone di origine africana e
algerina", ha ricordato sottolineando che "gli immigrati
africani vivono ai margini, le zone in cui abitano non sono come
quelle degli 'autoctoni' e anche il livello di insegnamento non
è lo stesso".
Heidar, già corrispondente della mena da Parigi negli anni
Novanta, ha sostenuto che "c'è stata una sorta di alleanza fra
gli arabi e gli africani che patiscono le stesse condizioni, in
particolare nelle carceri francesi dove sono condannati per
crimini comuni ma da cui" a causa di "povertà", "ignoranza" e
"discorsi religiosi radicali, escono terroristi".
"La causa palestinese e l'ingiustizia di cui il popolo
palestinese è vittima sono sfruttati dai gruppi religiosi
estremisti per introdurre l'ideologia dello jihad", la guerra
religiosa, " e reclutare giovani musulmani nelle file dei
jihadisti", ha argomentato ancora il direttore, apprezzato
analista di vicende mediorientali. Heidar ha ricordato che
c'erano ebrei sia nella rivista Charlie Hebdo, sia nella presa
di ostaggi al ristorante.
A suo avviso comunque "questi radicali sono una minoranza
della popolazione francese in quanto i musulmani, gli africani e
gli arabi fanno parte della società francese, occupano posti
eminenti e contribuiscono senza alcun dubbio alla rinasciat e
allo sviluppo della Francia".
Da parte dei servizi di sicurezza francesi è stato
"negligenza e lassismo", ha argomentato peraltro Heidar
ricordando che i fratelli Kouachi, gli autori dell'attacco alla
sede di Charlie Hebdo, erano stati in carcere in Francia ma
erano lo stesso potuti partire per lo Yemen, "dove hanno preso
contatto con islamici radicali", e poi tornare in patria: "la
polizia avrebbe dovuto essere più vigile". (Ansamed).
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Charlie Hebdo, "attenti all'alleanza dell'emarginazione"
Direttore dell'agenzia Mena, si sfrutta la causa palestinese