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Grecia: la politica riporta il Paese a rischio instabilità

Con scambi di accuse tra coalizione di governo e opposizione

Redazione Ansa

(di Demetrio Manolitsakis).

(ANSAmed) - ATENE, 16 OTT - Dopo un breve intervallo di relativa tranquillità in cui gli osservatori politici ed economici internazionali sembravano convinti che la Grecia fosse ormai salva, si torna a parlare del "rischio Grecia" a causa di un sistema politico che ancora una volta sembra non essere all'altezza della situazione. Da una parte il governo, che in presenza di sondaggi sfavorevoli per i partiti che lo sostengono (Nea Dimokratia e Pasok), si affretta a fare concessioni, a liberarsi della presenza della troika (Fmi, Ue e Bce) e a tornare sui mercati internazionali ignorando i consigli del Fmi e degli alleati europei che considerano il ritorno del Paese sui mercati se non altro prematuro in quanto, sostengono, non sono state attuate ancora le necessarie riforme strutturali. Dall'altra parte i partiti dell'opposizione (in particolare Syriza, sinistra radicale) che, approfittando dell'imminente elezione del nuovo presidente della Repubblica - il mandato di Karolos Papoulias scade a febbraio 2015 - insistono nel voler portare il Paese alle elezioni anticipate che comporterebbero un lungo periodo di instabilità politica. I rischi che entrambe le parti si assumono sono altissimi. La prima prova di ciò è arrivata proprio dai mercati. La Borsa di Atene è precipitata sotto la soglia psicologica dei 1.000 punti, i tassi d'interesse per i titoli di Stato a 10 anni hanno superato la soglia del 7%, ritornando ai livelli del marzo 2012, i 'funds' stranieri stanno abbandonando la Grecia e gli investitori sono seriamente preoccupati per un'eventuale uscita prematura del Paese dai Memorandum e per i rischi che le elezioni anticipate comporterebbero per l'economia nazionale. Nonostante tutto, governo e opposizione non evitano di scambiarsi accuse, a volte pesanti, allo scopo di raggiungere ciascuno il proprio numero di deputati cosiddetto "magico": 180 per la coalizione di governo necessari per l'elezione del capo dello Stato e, nello stesso tempo, eviterebbero il ricorso anticipato alle urne, e 121 per l'opposizione, cifra appunto che aprirebbe la strada verso il ritorno alle urne. (ANSAmed).

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