(di Demetrio Manolitsakis)
(ANSAmed) - ATENE, 30 SET - La presenza della troika (Fmi, Ue
e Bce) ad Atene dimostra che la Grecia non è ancora tornata ad
essere un Paese normale. Importanti passi sono stati compiuti
sinora in questa direzione, ma le pretese dei rappresentanti dei
creditori internazionali sono difficili da soddisfare in quanto
potrebbero provocare un "incidente di percorso" che
comprometterebbe gran parte di quanto è stato sinora fatto con
enormi difficoltà.
Il governo di coalizione guidato da Antonis Samaras da parte
sua sa bene che in Parlamento non esiste alcuna maggioranza
disposta ad approvare nuove misure di austerità e sta lavorando
per liberarsi della presenza della troika e del Fmi, sciogliendo
oltre un anno prima del previsto l'accordo e rinunciando
all'ultima rata da 10 miliardi di euro sui quali poteva contare
per il 2015.
In altre parole, la Grecia è ormai pronta per uscire sui
mercati finanziari internazionali e lasciare dietro gli anni
duri della crisi. Resta da vedere se il sistema politico sarà in
grado di condurre in porto l'operazione visto che, a due anni
dalla scadenza naturale della legislatura, il Paese è già
entrato in campagna elettorale in quanto una mancata elezione
del nuovo presidente della Repubblica (il mandato di Karolos
Papulias scade il 12 febbraio) porterebbe ad elezioni
anticipate.
I due partiti che sostengono il governo - Nea Dimokratia (Nd)
di centro-destra e il socialista Pasok - devono fare i conti con
i "ribelli" al loro interno che si lamentano della politica
sinora seguita e minacciano di non votare più misure che
colpiscono redditi e pensioni, mentre qualcuno della maggioranza
minaccia addirittura di non votare per il presidente della
Repubblica per costringere il governo a cambiare politica.
Samaras, premier e leader di Nd, approfittando del 40.mo
anniversario della fondazione del partito, ha cercato di
mobilitare vecchi e nuovi dirigenti e militanti del partito
sferrando un duro attacco contro Syriza e il suo leader Alexis
Tsipras (ma senza mai nominarlo) e annunciando nello stesso
tempo una serie di alleggerimenti fiscali. Tra questi, la
riduzione delle aliquote fiscali per le imprese e i liberi
professionisti - al 20% dall'attuale 26% -, la riduzione delle
tasse per le auto di lusso sino al 30% (probabilmente con
validità retroattiva dall'inizio del 2014) e la riduzione del
30% per l'anno prossimo della tassa di solidarietà imposta a
causa della crisi. Proposte che, per i media locali, non sono
che il preludio di elezioni anticipate.
Per quanto riguarda il Pasok, ogni giorno il partito che ha
governato la Grecia per oltre 20 anni è alle prese con i
problemi interni dovuti alle lamentele di una parte dei suoi
parlamentari e alle recriminazioni dell'altra: senza motivo,
d’altra parte, visto che dopo tutto anche loro sono tra i
responsabili della crisi economica della Grecia.
Da parte sua Syriza, il partito di sinistra radicale e
partito di maggioranza relativa in Grecia (in base ai risultati
delle europee di giugno), si prepara a lanciare una grande
campagna d'informazione per spiegare al popolo - come si legge
in un comunicato del partito - "la necessità di un cambiamento
radicale e l'attuazione della politica alternativa" proposta da
Syriza.
La campagna si svilupperà su due fronti: in Parlamento con la
presentazione di una serie di iniziative di carattere
legislativo per l'alleggerimento fiscale delle fasce sociali
maggiormente colpite dalla crisi (una proposta in tal senso è
stata già presentata e riguarda l'abolizione dell'aumento della
tassa speciale sul gasolio da riscaldamento e la fornitura
gratuita di elettricità alle famiglie più bisognose) e nel Paese
con una serie di conferenze regionali in cui sarà illustrato il
programma di governo di Syriza.
A queste iniziative del partito - "che mirano al
rafforzamento delle alleanze tra le forze politiche e sociali
che rivendicano il rovesciamento democratico del pericoloso
governo di Samaras e delle sue politiche" - vanno aggiunte
quelle a livello internazionale del suo leader, Tsipras, che
puntano a forgiare eventuali alleanze contro le politiche di
austerità sinora seguite dall'Ue e coltivare il suo nuovo
profilo da europeista convinto. (ANSAmed).
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Crisi: Grecia; il Paese è già in piena campagna elettorale
In vista di un sempre più possibile ricorso antipato alle urne