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Mediterraneo unito nella transizione su tutela dell'ambiente

Obiettivi per il 2030 condivisi per gestire bene coste e mare

Redazione Ansa

NAPOLI - Un nuovo accordo multinazionale che nel Mediterraneo si rafforza e diventa un modello a livello globale. E' quanto emerge dal bilancio consuntivo della Cop23 che si è svolta a Portorosa, in Slovenia, dove hanno partecipato le Parti Contraenti della Convenzione di Barcellona sulla tutela dell'ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep/Map), per negoziare l'allontanamento dai carburanti provenienti dai fossili e l'avvio di una transizione verde del Mediterraneo.

Il meeting, spiegano sul sito di Medwaves, il movimento Mediterraneo dell'Onu, ha visto i Paesi lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi globali, traducendoli in strumenti locali per le azioni che puntano a un ambiente mediterraneo salutare. "Non dobbiamo essere timorosi nella spunta degli obiettivi nei nostri Paesi", ha sottolineato Robert Golob, primo ministro della Slovenia dove è stato varato un nuovo programma del "Work and Budget" per gli anni 2024 e 2025.

La transizione verde nel Mediterraneo, è emerso dall'incontro a Portorosa, deve svolgersi in un attività partecipata dai diversi Paesi, con l'associazione Medwaves che ha sottolineato gli obiettivi planetari di produzione e consumo che vanno verso zero rifiuti, non inquinamento, basso uso di carbone, efficienza delle risorse. Gli obiettivi si possono raggiungere applicando al programma regionale del mare gli obiettivi del Programma dell'Ambiente dell'Onu, ricordando che la transizione verde non è solo un obiettivo ma anche una finestra di opportunità, come ha sottolineato l'assistente segretaria generale dell'Onu Elizabeth Maruma Mrema: "La transizione verde - ha detto - può guidare il progresso rapido delle scienze e delle tecnologie, il miglioramento del lavoro dei governi e dell'attenzione dei singoli cittadini. Allo stesso tempo le soluzioni naturali devono essere poste al centro del lavoro in questo senso. Nel Mediterraneo non tutti i Paesi hanno le stesse risorse finanziarie o tecnologiche e quindi la cooperazione regionale sarà essenziale".

Sul tavolo della Cop 23 c'è stato lo stimolo collettivo ad azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico, le perdite nella natura e della biodiversità, l'inquinamento e i rifiuti. Su questi temi è stata decisa una nuova attività regionale per i prossimi due anni con una revisione del Mediterranean Action Plan of the United Nations Environment Programme (UNEP/MAP), usando nelle azioni gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e i passi avanti delle scienze. La dichiarazione finale a Portorosa stabilisce anche che i Paesi "facciano tutti gli sforzi per garantire che entro il 2030 almeno il 30% delle aree costiere e marittime siano davvero ben tutelate e gestite". La dichiarazione finale vede anche l'impegno per aumentare la decarbonizzazione, ben indirizzare la plastica che inquina e coinvolgere i giovani nelle decisioni ambientali da prendere per il futuro.

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