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Partnership Diesel-Unido, 28mila jeans realizzati in Tunisia

Con 20% cotone riciclato, progetto Ue economia circolare nel Med

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 29 NOV - "Il denim di Diesel è frutto dell'economia circolare sposata già da tempo dal marchio del Gruppo Otb, che oggi saluta la produzione e la distribuzione di 28mila paia di jeans realizzati in Tunisia con il 20% di cotone riciclato. Tutto questo grazie alla partnership con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale, Unido, con cui stiamo collaborando ad un progetto pilota per la creazione di un sistema di riciclo a circuito chiuso per gli scarti di tessuto". Parola di Andrea Rosso, figlio del fondatore di Diesel, Renzo Rosso, nominato ambasciatore del marchio per la sostenibilità. "Con Unido - spiega l'imprenditore, appena rientrato da Vienna dove ha presentato i risultati del progetto alla Conferenza generale di Unido - ci siamo concentrati sulla creazione di un ecosistema di imprese locali in Tunisia, dove produciamo Diesel (ma non solo, altri fornitori sono in Spagna, India, Cina, Grecia, Romania e Italia, tra Veneto e Toscana, ndr) per valorizzare i rifiuti tessili pre-consumo, ad iniziare dalla separazione degli scarti di taglio nelle fabbriche di abbigliamento. Questi vengono poi convertiti in fibre di cotone rigenerato, utilizzando un processo di riciclaggio meccanico e reintrodotti nel processo di filatura e tessitura per tessuti in denim".

Il progetto pilota, che fa parte del Programma SwitchMed finanziato dall'Unione europea, è incentrato sulla collaborazione con i fornitori locali del denim in Tunisia.

"Finora, circa 7.500 kg di scarti di taglio tessile provenienti dalla produzione di denim Diesel in Tunisia - spiega Andrea Rosso - sono stati raccolti, differenziati e inviati a impianti di riciclo. Queste strutture hanno prodotto 46mila metri di tessuti riciclati, da cui sono stati fabbricati i 28mila jeans".

Inoltre, altri 4.200 kg di scarti tessili sono stati inviati ad impianti di riciclo per essere incorporati nei tessuti per le prossime collezioni Diesel. "Questa iniziativa - aggiunge - ci sta aiutando a garantire il raggiungimento dei nostri obiettivi nel sostenere un consumo più responsabile e modelli di produzione più circolari, in linea con l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 12 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Diesel promuove modi creativi per riutilizzare o riciclare prodotti e rifiuti lungo tutta la nostra catena e crediamo che gli scarti di produzione debbano essere trattati come una risorsa e un modo per creare innovazione con il nostro stesso prodotto". "Con questo progetto e la collaborazione di Unido - prosegue - ci assicuriamo che gli scarti di taglio di qualità vengano utilizzati in nuovi capi, mentre la parte restante verrà riutilizzata in altre catene di fornitura, creando un circolo virtuoso per gli scarti derivanti".

I primi tessuti riciclati provenienti da questo progetto sono stati inseriti nella collezione Diesel Autunno/Inverno 2023 e sono inclusi anche in quella Primavera/Estate 2024. Secondo uno studio commissionato da Unido, l'industria tessile tunisina produce circa 31mila tonnellate di rifiuti tessili, di cui 55% vengono classificati come scarti. L'utilizzo di fibre riciclate potrebbe ridurre l'impatto ambientale del settore, risparmiando acqua, riducendo le emissioni di carbonio e minimizzando il rilascio di sostanze chimiche pericolose.

Il programma SwitchMed che supporta e connette aziende e politici è stato lanciato nel 2013 dall'Unione europea per accelerare il passaggio ad un consumo e a modelli di produzione sostenibili nell'area del Mediterraneo meridionale. Il programma mira a realizzare economie produttive circolari nel Mediterraneo modificando il modo in cui beni e servizi vengono consumati e prodotti, per separare lo sviluppo umano dal degrado ambientale.

Le sue attività sono concentrate su otto paesi del Mediterraneo meridionale: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Palestina e Tunisia. (ANSAmed).

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