(ANSAmed) - ROMA, 21 NOV - Presente in abbondanza nel lago di
Scutari, lo specchio d'acqua interno più grande della Penisola
balcanica, la carpa è stata una garanzia di sopravvivenza per
generazioni di pescatori e per le loro comunità. L'edificazione
delle rive lacustri, l'inquinamento, i cambiamenti climatici e
la pesca eccessiva hanno messo a dura prova la biodiversità del
lago, in particolare, le popolazioni di carpe e altre specie
ittiche, con ripercussioni tangibili sulla vita e la sussistenza
delle persone che dipendono da tali risorse.
"Ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato di abbandonare
per sempre la pesca," spiega Musa Hysa, un pescatore che ha
vissuto sulla propria pelle le conseguenze di tali cambiamenti.
Oggi, circa 420 pescatori partecipano a un'iniziativa portata
avanti dalla Fao in collaborazione con il ministero albanese
dell'Agricoltura e dello Sviluppo rurale, un'associazione locale
per la gestione della pesca e alcune organizzazioni non
governative (Ong), al fine di migliorare le pratiche di pesca
sostenibile e ricostituire le riserve riproduttive con le
tecniche di acquacoltura.
L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto AdriaMed della
Fao, finanziato dal ministero italiano dell'Agricoltura, della
Sovranità alimentare e delle Foreste. Il progetto promuove la
cooperazione scientifica e istituzionale tra le nazioni che si
affacciano sul mar Adriatico e sul Mediterraneo, e si prefigge
l'obiettivo di migliorare la gestione delle attività della pesca
e dell'acquacoltura a livello regionale. Attingendo al
patrimonio di conoscenze della comunità locale, il progetto ha
permesso ai pescatori esperti di condividere con i colleghi più
giovani le tecniche di riproduzione tradizionali. Durante la
stagione riproduttiva, nell'aprile 2022, gli esperti della Fao
hanno collaborato con i pescatori per costruire recinti
provvisori in rete e favorire la deposizione delle uova.
Sono stati raccolti lotti per la riproduzione delle carpe, in
seguito trasferiti nei recinti e sottoposti a riproduzione
indotta, un metodo comune in cui pesci adulti in cattività sono
stimolati a depositare le uova con trattamenti ormonali
naturali. Nei recinti di rete, le uova si schiudonoin un
ambiente protetto; poi le larve di pesce diventano novellame.
Nel giugno 2022, i giovani pesci, che avevano raggiunto
dimensioni sufficienti a garantire un buon tasso di
sopravvivenza, sono stati rilasciati nel lago.
"Abbiamo collaborato con i pescatori per recuperare le loro
tradizioni e utilizzarle a supporto di pratiche sostenibili,
gettando, al tempo stesso, le basi per la creazione di posti di
lavoro, la protezione dell'ambiente e un supporto alla
sopravvivenza delle comunità nel lungo termine," sostiene
Nicoletta Milone, funzionario Fao per le risorse ittiche.
Il progetto AdriaMed prevede anche l'idea di creare un centro
di incubazione idoneo a produrre una quantità di avannotti
affidabile e sufficiente a garantire la sostenibilità, nel lungo
termine, delle comunità stanziate sul lago di Scutari.
"Crediamo fermamente che, collaborando in maniera
intelligente e coinvolgendo tutte le parti interessate, possiamo
assicurare alla pesca uno sviluppo sostenibile e garantire una
gestione corretta delle nostre risorse," sostiene Roland Kristo,
viceministro albanese dell'Agricoltura e dello Sviluppo rurale.
Secondo Arben Kipi, Assistente del Rappresentante della Fao
in Albania, questa iniziativa gioca un ruolo importante anche
nella lotta alla povertà, poiché migliora la sussistenza dei
pescatori, generando un reddito più stabile per tali comunità.
(ANSAmed).
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Ambiente: riprende la pesca della carpa in Albania
Progetto Fao-ministero Agricoltura per ricostituire gli stock