Rubriche

Progetto M.A.R.E., per studio ecologico Mediterraneo a vela

Catamarano attrezzato con laboratorio, che navigherà in Tirreno

Il catamarano One impiegato nel progetto M.A.R.E.

Redazione Ansa

NAPOLI - Dodici settimane di navigazione e un'equipe di biologi e naturalisti per scoprire come stanno i nostri mari. E' il progetto M.A.R.E (Marine Adventure for Research & Education), nato dall'iniziativa del Centro Velico Caprera in collaborazione con One Ocean Foundation che parte dal 30 aprile da La Maddalena, forte del patrocinio della Marina Militare e con il coinvolgimento del Ministero della Transizione Ecologica. .

"Siamo partiti da un'idea semplice - spiega Paolo Bordogna, presidente del Centro Velico Caprera - utilizzare il sistema di propulsione ecologico per eccellenza, il vento, per un progetto scientifico che mettesse al centro del proprio studio la salute del mare. E che lo facesse con il più basso impatto possibile.

Per arrivare all'obiettivo, abbiamo unito la nostra competenza nell'arte marinaresca a quella scientifico-divulgativa di One Ocean Foundation".

Il risultato è One, un catamarano a vela di 45 piedi, attrezzato come un piccolo laboratorio, che navigherà in tutto il Tirreno toccando 23 Aree Marine protette e 2 zone di interesse, effettuando analisi, misurazioni e monitoraggi.

"Abbiamo incentrato il nostro protocollo scientifico su alcuni temi portanti - spiega Ginevra Boldrocchi, coordinatrice scientifica di One Ocean Foundation - come la raccolta di campioni di organismi zooplanctonici, bioindicatori naturali di inquinamento ambientale, per valutare la presenza e il bioaccumulo di contaminanti persistenti nel Mar Tirreno, ma anche sul monitoraggio della biodiversità marina, attraverso campionamenti di DNA ambientale".

Un progetto complesso e ambizioso, che richiedeva partner all'altezza della sfida. "Yamamay, Polaroid, Sorgenia e Synergie - commenta Bordogna - sono realtà con cui condividiamo una visione fatta di precisi valori, che abbiamo voluto mettere nero su bianco in un manifesto di progetto. Avevamo bisogno di questo tipo di sintonia perché il loro coinvolgimento sarà attivo, visto che saranno proprio i loro ospiti ad aiutare il team scientifico nelle varie attività che verranno svolte a bordo".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it