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Giornata mondiale acqua, difese zone umide del Mediterraneo

Ufm sostiene piano 'wetland', per supermecato biologico

Redazione Ansa

NAPOLI - Le risorse idriche sotterranee sono la principale fonte di approvvigionamento idrico in molti Paesi mediterranei e sono soggette a pressioni derivanti da problemi di distribuzione, accessibilità e qualità ineguali. Lo sfruttamento intensivo delle acque sotterranee ha contribuito alla diminuzione, al deterioramento e alla scomparsa di oltre il 50% delle zone umide nel secolo scorso. Sono questi i temi di riflessione dell'Upm (Unione per il Mediterraneo) nella giornata mondale dell'acqua, sottolineando che i servizi ecosistemici delle zone umide sono tra gli habitat più produttivi al mondo, sono dei supermercati biologici, poiché forniscono grandi quantità di cibo a molte specie, compreso l'uomo. Tuttavia, le zone umide coprono solo tra l'1,7% e il 2,4% dell'area totale della costa mediterranea.

Nell'ottica della protezione delle zone umide del Mediterraneo, l'Unione per il Mediterraneo (UpM) sostiene il progetto "Soluzioni basate sulle zone umide", che mira a salvare, ripristinare e gestire soluzioni naturali eccezionali nella costa mediterranea dove le zone umide forniscono servizi a mezzo miliardo di persone: la pesca costiera e l'agricoltura sostenibile si basano su ecosistemi sani delle zone umide costiere, fornendo importanti fonti di nutrimento a basse emissioni di carbonio per la nostra popolazione in crescita. Le aree umide più estese si trovano in Egitto, Francia, Turchia e Algeria, e insieme costituiscono circa i due terzi dell'area delle zone umide del Mediterraneo. La crisi climatica, compresa la siccità, sta colpendo il Mediterraneo più duramente del 20% rispetto al resto del mondo, ma le zone umide costiere svolgono un ruolo fondamentale nel mitigare il futuro aumento della temperatura.

Nell'ottica di favorire una più efficace conservazione di questi habitat cruciali, l'UpM sostiene il "Progetto Wetland-Based Solutions", promosso da MedWet: è una collaborazione tra 30 partner esperti di zone umide provenienti da 10 paesi, con il finanziamento e il supporto della Fondazione MAVA. Si sono uniti e hanno costruito un'iniziativa rivoluzionaria per salvare, ripristinare e gestire eccezionali soluzioni basate sulla natura nella costa mediterranea, a beneficio delle persone, del loro benessere e della fauna selvatica, dove vive un terzo delle popolazioni mediterranee.

"180 milioni di persone - spiega Alessio Satta, Coordinatore del MedWet - nel Mediterraneo meridionale e orientale soffrono di scarsità d'acqua, infatti rappresentano il 60% dei poveri d'acqua del mondo. La scarsità è un problema sempre più serio poiché la popolazione della regione continua a crescere, esercitando una maggiore pressione sulle riserve idriche e guidando la domanda per un'agricoltura più irrigata. Il ripristino delle zone umide mediterranee è una delle azioni più concrete con cui possiamo rispondere: i loro processi ecologici immagazzinano e purificano le riserve idriche, mantenendo i flussi naturali e proteggendo le falde acquifere sotterranee da un'eccessiva estrazione". Il concetto di "Soluzioni basate sulla natura" consiste nel promuovere l'uso degli ecosistemi naturali attraverso interventi di conservazione o ripristino per affrontare le sfide sociali globali, come i cambiamenti climatici, la riduzione del rischio di catastrofi naturali, l'approvvigionamento alimentare e idrico. In Italia sul tema è in corso il progetto Maristanis a Oristano, in Sardegna, che copre 77km2 di zone Ramsar e 267km2 di Area Marina Protetta. A Oristano il progetto sta lavorando per definire un sistema integrato di gestione di queste zone umide che possa fungere da modello per altre regioni costiere del Mediterraneo. (ANSAmed).

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