(ANSAmed) - TUNISI, 29 OTT - Trasformare una catastrofe in
un'opportunità. Si può riassumere in questi termini quanto fatto
dai pescatori tunisini del Golfo di Gabès, che sono riusciti,
con il sostegno dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), a fare di una specie
invasiva, il granchio blu, un business redditizio. Le
esportazioni di granchio blu della Tunisia, secondo la FAO, sono
infatti aumentate significativamente a maggio 2021, raggiungendo
2.090,9 tonnellate per un valore di 7,2 milioni di dollari,
rispetto alle 796,1 tonnellate per un valore di 3,1 milioni di
dollari del 2020.
Lo sviluppo delle esportazioni è dovuto agli sforzi compiuti
dalle autorità tunisine con il sostegno della FAO, per formare i
pescatori nell'ambito del progetto "Rafforzare la governance e
lo sviluppo della pesca in Tunisia", e successivamente
sviluppare una catena del valore completa per questo mercato di
nicchia. Specie invasiva introdotta nel Mediterraneo attraverso
il Canale di Suez, il granchio blu ha minacciato le tecniche di
pesca artigianale utilizzate lungo la costa tunisina,
danneggiando in particolare le reti da posta e le trappole
utilizzate nella Charfia (un sistema di pesca tradizionale e
fisso che blocca il percorso dei pesci e li conduce alle
trappole), ricorda la FAO in una nota. Con i loro gusci e
artigli affilati, i granchi blu rovinano queste reti da pesca e
si nutrono di altre specie ittiche catturate nelle reti o nelle
trappole. I granchi blu sono stati trovati per la prima volta al
largo della costa tunisina nel 1993. Nel 2014 hanno iniziato a
proliferare in maniera massiccia, causando danni significativi
al settore della pesca artigianale costiera, in particolare nel
Golfo di Gabès nel sud-est della Tunisia, dove, durante l'alta
stagione, il granchio blu rappresentava oltre il 70% del
pescato. Questi granchi predatori competono con le specie
indigene per lo spazio e il cibo, si nutrono di tutte le altre
specie di pesci, e il loro unico predatore naturale, il polpo,
non basta a limitarne la diffusione. Disturbando gli ecosistemi
naturali, il granchio blu ha anche influito negativamente sui
raccolti delle donne raccoglitrici di vongole tunisine, che sono
state sostenute dalla FAO per migliorare i loro redditi
familiari.
Ma allo stesso tempo, il granchio blu è il quinto granchio
più popolare nel mercato mondiale. È particolarmente ricercato
nei mercati asiatici, statunitensi e australiani, dove è
presente nei menù di molti ristoranti. Intuendo il potenziale di
trasformare questo nemico in un amico, la FAO e il governo
tunisino hanno lanciato sessioni di formazione che hanno
interessato 90 pescatori a Djerba, Gabès e Kerkennah, che sono
stati istruiti sui benefici del granchio blu e 1.500 trappole
multiuso per catturarlo più facilmente. Durante le sessioni di
formazione i pescatori hanno potuto confrontare l'efficacia
delle grandi trappole a rete con le tradizionali nasse
cilindriche per granchi. In collaborazione con il centro di
ricerca marina tunisino, l'Istituto nazionale di scienza e
tecnologia del mare, la FAO ha anche prodotto un manuale pratico
in francese sulla pesca del granchio blu con trappole multiuso
che si rivolge specificamente ai pescatori su piccola scala,
insegnando loro le migliori pratiche nella sua cattura.
Oltre al progresso delle tecniche di pesca in Tunisia, la FAO
ha assistito il governo nello sviluppo di una catena del valore
completa all'interno di questo mercato di nicchia. Il primo
impianto di lavorazione e commercializzazione del granchio blu
per il mercato asiatico, creato dal governo nel 2019 nelle isole
Kerkennah, ha innescato un mini boom economico nell'area con 50
nuovi posti di lavoro per tecnici di impianto. Valerio Crespi,
responsabile della pesca e dell'acquacoltura della FAO, spiega
che "questo impianto di successo non solo ha permesso ai
pescatori di diversificare le loro fonti di reddito, ma ha anche
aggiunto valore a una specie invasiva".
Gli investimenti del settore privato negli impianti di
lavorazione del granchio blu sono passati dal semplice
confezionamento e congelamento dei granchi crudi alla
preparazione di prodotti cotti per espandersi nei mercati di
Asia, Italia, Spagna e America. Alcuni stabilimenti di
produzione alimentare di Zarzis stanno considerando di includere
il granchio cotto come uno dei loro prodotti per entrare in
altri mercati. Infatti, anche in Tunisia, dove il granchio non è
mai stato un piatto tradizionale o un ingrediente in cucina,
questo prodotto sta iniziando a comparire nei menu locali grazie
alla sua nuova disponibilità nei mercati. Sebbene il consumo di
prodotti della pesca sia diminuito durante il periodo della
pandemia, i pescatori del Golfo di Gabès sono grati che la FAO
abbia aiutato a trasformare una specie invasiva in un business
redditizio e a diversificare le loro fonti di reddito e
opportunità economiche.(ANSAmed). (ANSA).
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Tunisia: grazie a Fao il granchio blu diventa un'opportunità
Da specie invasiva a prodotto di esportazione pregiato