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Ambiente: progetto Common,una rete a tutela del Mediterraneo

Per rispondere in maniera integrata a problema plastica in mare

Redazione Ansa

TUNISI - Costruire una rete di collaborazione fra Italia, Tunisia e Libano per favorire la riduzione dei rifiuti marini: questo l'obiettivo del progetto COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), finanziato dall'Unione Europea tramite il programma ENI CBC MED con 2.2 milioni di euro presentato ieri a Monastir.
Il progetto vede coinvolti Legambiente, nel ruolo di capofila, l'Università di Siena, l'Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi, l'Istituto agronomico mediterraneo di Bari, l'ONG libanese Amwaj of the Environment, l'Università di Sousse e la riserva naturale di Tyre, in Libano e si propone di pianificare l'uso e il monitoraggio delle risorse utilizzando un approccio partecipativo efficace che coinvolga le parti interessate e le comunità locali. Un modello inedito potenzialmente poi trasferibile a tutto il bacino mediterraneo. L'obiettivo specifico è la riduzione dei rifiuti marini utilizzando i principi della Gestione Integrata delle Zone Costiere (ICZM) in 5 aree pilota, due in Italia (Maremma e Puglia), due in Tunisia (Isole Kuriate e Monastir) una in Libano (riserva naturale di Tyre). COMMON non si limiterà al trasferimento di informazioni, ma svilupperà attività di formazione indirizzate alle autorità locali e regionali, alle Aree Marine Protette, ai centri di recupero delle tartarughe marine e ai cittadini in generale. Attiverà campagne di sensibilizzazione e progetti di networking, coinvolgerà comunità e operatori economici locali nell'integrazione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti marini. Un recente report tunisino ha evidenziato, per la prima volta un alto livello di microplastiche nei tratti gastrointestinali e nei muscoli dei pesci, anche quelli destinati al consumo alimentare. Tra le principali ambizioni del progetto COMMON vi è la gestione di un Network permanente che punti al coordinamento dei centri di recupero di tartarughe marine. Inoltre, sulla scorta delle direttiva europee dirette alla riduzione della plastica monouso, il progetto vuole incoraggiare e promuovere il bando dei sacchetti in plastica in tutto il bacino mediterraneo.
Libano e Tunisia si ritrovano ad affrontare grandi difficoltà nel sistema di raccolta e gestione dei rifiuti. Sebbene non siano grandi produttori di plastica, il suo consumo è altissimo e il riciclaggio non supera il 4% del totale. Si calcola che, di tutta la plastica presente nel Mediterraneo, 10 mila tonnellate provengano dalla Tunisia. E 40 mila dall'Italia.

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