(ANSAmed) - MADRID, 11 DIC - Per i leader dei Paesi più
ricchi "non c'è panico, non c'è un senso di emergenza"
nell'affrontare il problema del cambiamento climatico e quindi
"non c'è urgenza" nel mettere in campo interventi per affrontare
il riscaldamento globale. Sono le parole che Greta Thunberg ha
usato questa mattina in un evento alla Cop25, la Conferenza
dell'Onu sui cambiamenti climatici a Madrid. La giovane
attivista svedese ha citato alcuni numeri evidenziati dalla
scienza e si è chiesta "come si possa ignorarli".
Greta, intervenendo a un evento di alto livello organizzato
dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici, ha spiegato che "dopo un anno e mezzo" dall'avvio
della sua protesta ora ha trovato "ancora più ragioni" per
parlare ai leader del mondo, soprattutto a quelli dei Paesi più
ricchi. Un anno fa, ha ricordato, si rivolse a loro alla Cop24
di Katowice in Polonia dicendo "ci state rubando il futuro, come
vi permettete" ed ora, dopo aver acquisito altri particolari e
"più consapevolezza" sugli studi scientifici si è chiesta come
non si possa avere "un senso di panico di fronte al fatto che la
scienza dice che ci sono solo otto anni per intervenire" con il
taglio dei gas a effetto serra per evitare disastri ambientali.
"Non abbiamo più tempo per ignorare la scienza", ha ribadito la
sedicenne svedese rilevando che il "problema è globale,
coinvolge tutti, ricchi e poveri oggi" e bisogna "evitare che le
future generazioni debbano respirare solo Co2".
"Senza pressione i politici non fanno molto", ha osservato
aggiungendo che oggi "la gente è più consapevole ed è pronta",
perchè "abbiamo democrazia non solo in occasione delle elezioni
ma in ogni momento". Del resto, nella storia "ogni grande
cambiamento è arrivato dalla gente. Noi, la gente, possiamo fare
il cambiamento, ora".".
Quindi ha rivolto l'ennesimo appello ad una "azione urgente
perchè ci sono le chance per fermare lo scioglimento dei
ghiacci, la deforestazione e gli eventi meteo estremi provocati
dal riscaldamento globale". Elencando alcuni numeri su
inquinamento, uso di combustibili fossili e investimenti nel
settore, Greta si è chiesta come non si possa avere un senso di
panico. E ha aggiunto come siano ancora "vuote" le promesse
fatte dai Paesi più ricchi "di ridurre o azzerare la Co2", anche
di fronte ai disastri subiti dai Paesi più poveri e meno
responsabili dei disastri climatici. Dunque, questi Paesi "non
mostrano una leadership", ha sottolineato, piuttosto "ingannano"
e continuano "a fare i loro business inquinando", in tanti modi
anche commerciali con import ed export e trasporti aerei e via
mare. Ma ora, qui, "questi Stati hanno l'opportunità di
negoziare le loro ambizioni", i loro interventi e i loro
obiettivi di taglio di gas serra (Ndc) che l'anno prossimo
devono rendere ufficiali alla Cop26. Ma la scienza dice che
bisogna agire prima e una delle azioni è fare "veri tagli alla
radice", ad esempio "abbandonando subito il carbone". (ANSAmed).
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Clima: Greta, leader Paesi non hanno senso di panico
"Anche di fronte a numeri della scienza non sentono l'emergenza"