(ANSAmed) - TEL AVIV, 17 GEN - Se entro la fine di marzo le
piogge finora scarse non raggiungeranno livelli soddisfacenti,
per Israele si tratterà del quinto anno consecutivo di siccità
e le autorità dovranno prendere decisioni drastiche. Un
ulteriore anno di siccità, nel 2019, rappresenterebbe un vero
''disastro naturale'' con possibili ripercussioni - oltre che
nella agricoltura - nella erogazione dell'acqua nelle case. Lo
ha affermato in un'intervista a The Marker il direttore
dell'Autorità israeliana per l'acqua Giora Shaham.
Secondo Shaham questi scenari non erano affatto prevedibili
cinque anni fa, e derivano da un processo generale di
surriscaldamento terrestre. Per far fronte alla crisi nelle
prossime settimane sarà avviata una campagna di
sensibilizzazione per convincere la popolazione a risparmiare il
5-7 per cento dei consumi. Nella Galilea occidentale è inoltre
iniziata la progettazione di una nuova centrale di
desalinizzazione di acqua marina, da 100 milioni di metri
cubici. Ma questi impianti - la cui realizzazione richiede
almeno cinque anni - comportano investimenti molto forti, che si
ripercuotono poi sul prezzo dell'acqua al consumatore, oltre ad
essere fortemente inquinanti.
Shaham ha anche espresso apprensioni per le ripercussioni
della siccità fra i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania,
nonché per la Giordania. (ANSAmed).
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Israele: allarme siccità, verso misure straordinarie
Direttore Autorità per l'acqua teme ripercussioni regionali