(di Paola Del Vecchio)
(ANSAmed) - MADRID, 27 NOV - "L'obiettivo della conferenza di
Napoli è promuovere occupazione e investimenti e consolidare la
comunità della blue economy, attraverso lo scambio di idee e di
esperienze per la sostenibilità e lo sviluppo sostenibile del
Mar Mediterraneo". E' quanto assicura in un'intervista ad
ANSAmed il vicesegretario generale per l'Acqua e l'Ambiente
dell'Unione del Mediterraneo (UpM), Miguel Garcia-Herraiz,
nell'anticipare i temi della conferenza degli stakeholder della
regione euromed, organizzata dall'UpM e la Commissione Europea,
che riunirà domani e mercoledì all'Hotel Excelsior oltre 300
partecipanti.
"Per dare continuità al lavoro, lanceremo una piattaforma
digitale, il Virtual Knowledge Center (VKC), per scambiare
informazioni", stimolare i partenariati "e sviluppare iniziative
congiunte, a medio e lungo termine".
In parallelo alla conferenza, è prevista una sessione di alto
livello, con la partecipazione del commissario europeo per
l'Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, e
del Segretario generale dell'UpM, Fathallah Sijilmassi, che si
concluderà con la firma di un Memorandum d'intesa per la pesca
nel Mediterraneo. In programma anche un incontro ministeriale
informale dei Paesi del Mediterraneo occidentale - al quale
parteciperà per l'Italia il ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti Graziano Delrio - per il lancio ufficiale della
Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia marittima.
Qual è, vicesegretario Miguel Garcia-Herraiz, il potenziale
dell'economia marittima nel Mediterraneo?
"Stiamo parlando di settori che finora hanno registrato
perdite di posti di lavoro, come quello della pesca e del
trasporto marittimo. L'obiettivo è invertire la tendenza,
innovare e creare nuove opportunità di impiego. Il turismo
costiero, ad esempio, costituisce il 4,5% del Pil della regione,
ma il 40% di questo è costituito dal turismo che si svolge sui
litorali e c'è tantissimo da fare per renderlo più sostenibile".
Nel caso dell'acquacoltura?
"E' in costante crescita: se fino a pochi anni fa produceva
il 7% delle proteine dell'attività di pesca umana, oggi ne
genera il 40% e ci sono Paesi come l'Algeria che stanno
ulteriormente incrementando la produzione. Tuttavia, è
indispensabile una maggiore attenzione all'ambiente, per evitare
il deterioramento degli ecosistemi marini e costieri".
Che soluzioni innovative si propongono?
"A Napoli mostreremo i diversi approcci esistenti, formule
per incentivare l'economia verde e promuovere la crescita blu,
per uno sviluppo sostenibile a piccola e media scala. Ad
esempio, per il riciclaggio della plastica nel settore ittico, o
per un migliore utilizzo dei rifiuti, per la rigenerazione e la
creazione di energia. Un altro focus sarà sugli investimenti
nelle aree marittime protette, che a lungo termine producono un
effetto virtuoso nelle zone rurali adiacenti, perché attraggono
un turismo più sostenibile e risorse".
Il settore marittimo registra alta disoccupazione giovanile e
invecchiamento della forza lavoro: come correggere gli
squilibri?
"La sfida è creare opportunità capaci di attrarre i giovani,
investendo in innovazione nei settori dell'acquacoltura o
dell'energia off-shore o sviluppando nuovi prodotti turistici,
che al di là del modello 'sole e spiaggia' stagionale, offrano
alternative come la pescaturismo o itinerari archeologici
sottomarini".
La crisi dei rifugiati è sempre una drammatica emergenza
nella regione: quali sono le strategie in materia di sicurezza e
protezione?
"Davanti al tragico fenomeno delle migrazioni abbiamo il
dovere di individuare soluzioni ai flussi irregolari di persone
nel Mediterraneo, cercando di contribuire per migliorare le
condizioni dei paesi d'origine e transito. L'UpM ha promosso
iniziative come Med4Job, per promuovere la creazione d'impiego e
di piccole e medie imprese nel settore privato. A Napoli, poi, è
previsto un panel per la cooperazione fra i servizi di guardia
costiera italiano e francese, per favorire l'interoperabilità,
migliorando la risposta in situazioni di emergenza".
Dalla dichiarazione ministeriale della UpM per l'economia blu
nel 2015 quali iniziative sono state adottate per far fronte al
cambio climatico?
"Si è fatto un grande sforzo nel settore delle energie
rinnovabili e la sostituzione del carbone. La blue economy
potenzia l'energia eolica e offshore, che è già una realtà
nell'Atlantico. Nel Mediterraneo l'obiettivo per il 2050 è
arrivare a 40 megawatt di potenza. A Napoli parleremo
dell'impiego dell'energia eolica anche nel traffico marittimo".
E quali passi avanti sono stati fatti nell'ambito della
governance?
"Mercoledì è prevista una riunione ministeriale informale dei
ministri del gruppo di cooperazione rafforzata 5+5, che dal 2015
si è andata potenziando. Sarà l'occasione per andare oltre e
avanzare in tre aree diverse: la sicurezza marittima, la
cooperazione fra i guardiacoste e in materia di innovazione".
L'Italia può avere un ruolo leader nella blue economy?
"E'molto attiva perché si è fatta promotrice di iniziative di
grande interesse, come 'Plastic busters', l'iniziativa
dell'Università di Siena nell'ambito del network Med Solutions,
dedicata al monitoraggio, all'informazione e analisi per ridurre
la diffusione delle microplastiche, che è stata adottata dalla
UpM. Oppure come l'esperienza di Mazara del Vallo, che ha
costruito un modello di sviluppo economico e sociale di 'blue
economy' in tutte le filiere produttive". (ANSAmed).
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UpM: da Napoli una piattaforma digitale per la blue economy
Al via Conferenza 'stakeholders', parla il vicesegretario UpM