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Pesca e alte temperature, coralli a rischio nel Mediterraneo

Oltre 13% degli antozoi presenti nel bacino rischia l'estinzione

Redazione Ansa

NAPOLI - Oltre il 13% delle specie di organismi antozoi presenti nel Mediterraneo sono a rischio estinzione. E' l'allarme lanciato dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) che avverte come questo tipo di celenterati, che comprende anche i coralli, potrebbero sparire dal bacino Mediterraneo. Il rischio emerge dalla nona edizione della "lista rossa" degli antozoi, pubblicata dall'Iucn che propone misure urgenti da adottare, in particolare focalizzandosi sulla pesca non ecologicamente sostenibile, per conservare queste specie e proteggere la ricca biodiversità che ospitano. Gli antozoi includono circa 212 specie di coralli, coralli neri, anemoni di mare, octorocralli coloniali e gorgonia nativi del Mediterraneo.
Il report dell'Unione mostra anche che la conoscenza circa il celenterati del Mediterraneo è molto limitata visto che gli esperti non hanno dati a sufficienza per giudicare il livello di minaccia all'esistenza di molte specie di antozoi, non conoscendone la distribuzione, la popolazione e i trend di diffusione nel Mediterraneo. "Le foreste di gorgone e coralli neri - spiega Marzia Bo from Universita degli Studi di Genova - costituiscono una delle comunità più simboliche della fauna mediterranea per la loro complessità e biodiversità. La loro conservazione è cruciale per mantenere la biodiversità che ospitano". Molti coralli e altri organismi antozoi svolgono infatti un ruolo importante come bio-costruttori, creando a lungo habitat per numerosi altri organismi marini, come spiega María del Mar Otero dell'Iucn, una delle autrici del rapporto: "Alcune colonie di Coralli Neri del Mediterraneo vivono da oltre duemila anni e abbiamo il dovere di proteggerle, per questo nel rapporto indichiamo le strade e le raccomandazioni per mantenere in vita queste specie". Nel rapporto si specifica anche il caso del Corallo Bambu', una specie dalla caratteristica forma a candelabro, che è ora classificato come "messo seriamente a rischio", la massima categoria che il rapporto considera nell'avvicinamento all'estinzione. Le tecniche di pesca non sostenibile e gli ami da pesca sono tra i principali nemici di questi organismi, minacciati però anche dall'aumento delle temperature marine, dall'inquinamento delle acque costiere, dalla diffusione delle specie esotiche e la caccia a scopi commerciali di alcuni antozoi. Il gruppo di esperti che ha studiato la situazione degli antozoi nel Mediterraneo ha anche evidenziato come la loro conservazione potrebbe essere aiutata da misure di appropriata protezione degli habitat e che aiutino la resilienza di queste specie e la loro capacità di rigenerarsi. Tra le raccomandazioni contenute nel rapporto, anche l'adozione di provvedimenti internazionali restrittivi sulla pesca e l'aumento della conoscenza delle specie meno note.

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