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Le 'Mani sull'acqua', le crisi idriche da MO a Africa

'Abbiamo un debito storico', dice Mons. Zuppi a convegno Bologna

La locandina del convegno

Redazione Ansa

 - Bologna  - Gli effetti che le politiche e la gestione delle risorse idriche hanno sul fenomeno delle migrazioni e sul proliferare dei conflitti su scala globale: questo l'oggetto della conferenza "Le mani sull'acqua: migrazioni ambientali e conflitti per il controllo dell'acqua", in corso oggi a Bologna, organizzata dal Gruppo di volontariato civile (GVC). Secondo i dati dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE) nel 2050, circa 4 miliardi di persone potrebbero vivere in zone dove l'acqua è scarsa o inaccessibile. Il Word Economic Forum ha identificato la "crisi dell'acqua" tra i maggiori rischi globali.

"Senza acqua non si puo' vivere. Abbiamo un debito, per ragioni storiche, verso le popolazioni che soffrono della mancanza di questo bene prezioso. L'esempio del Burundi e' esemplare: un paese ricco di acqua i cui abitanti, a causa dei conflitti, ne soffrono la mancanza. In questo contesto la conferenza di oggi e la campagna #gocciaAgoccia di GVC sono importanti e meritorie", ha detto mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.

Da parte sua, Dina Taddia, presidente GVC, ha sottolineato come le istituzioni siano "responsabili per la creazione di una rete idrica funzionante e sostenibile, ma noi, come cittadini, abbiamo la responsabilita' di compiere scelte etiche come consumatori. Ognuno puo' fare la differenza. Per noi di GVC senza acqua non c'e' cibo, casa, scuola e salute." Una particolare attenzione è dedicata all'impatto che la scarsità idrica sta avendo sulle popolazioni in Africa sub-sahariana, Medio Oriente, con particolare attenzione alla Siria, e nel Sud Est Asiatico. In tutte queste aree (GVC) opera da anni.

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