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Con la febbre del Pianeta sarà esodo da MO e Nord Africa

Termometro a 50 gradi, nuova pressione migratoria sarà per clima

Tempesta di sabbia nella Città vecchia di Gerusalemme

Redazione Ansa

(di Laura Giannoni)

ROMA - In fuga dalle guerre e dalla povertà, ma non solo: tra qualche decennio i migranti fuggiranno anche da terre invivibili, troppo aride per essere coltivate, con un'aria troppo afosa da respirare. Dal Nord Africa e dal Medio Oriente, una fetta del mondo che ospita 500 milioni di persone, metterà in moto un nuovo esodo verso settentrione che farà pressione sulle coste europee. Colpa del cambiamento climatico che sta facendo salire la febbre al Pianeta. Secondo l'Onu, già entro il 2020 la desertificazione creerà 50 milioni di profughi climatici. Ma i numeri potrebbero essere ben più elevati se si guarda a come sarà il termometro in un futuro meno prossimo.

I ricercatori tedeschi dell'istituto Max-Planck, insieme a colleghi ciprioti, hanno cercato di delineare gli scenari possibili e si sono trovati davanti un quadro tutt'altro che roseo. Anche se l'aumento della temperatura globale fosse mantenuto entro i due gradi rispetto al livello preindustriale - che è l'obiettivo fissato a livello internazionale al summit Onu di Parigi sul clima del dicembre scorso - in aree del Medio Oriente e del Nord Africa l'incremento sarebbe di almeno 4 gradi. Entro la metà del secolo, calcolano gli esperti, in estate il termometro non scenderebbe mai sotto i 30 gradi di notte, raggiungendo anche i 46 gradi di giorno. Alla fine di questo secolo la temperatura nelle giornate più calde potrebbe salire fino a 50 gradi.

Altra minaccia alle popolazioni locali sono le ondate di calore, più intense ma anche più lunghe. Tra il 1986 e il 2005 le giornate molto calde sono state in media 16 all'anno ma già nel 2050, stando alle previsioni degli scienziati, se ne conteranno 80 ogni anno. Nel 2100 il caldo anomalo potrebbe farsi sentire per 118 giorni, cioè per quasi quattro mesi all'anno. Nel frattempo l'aria si farà sempre più satura di polveri sottili: in Arabia Saudita, in Siria e in Iraq la presenza di polveri desertiche nell'atmosfera è già aumentata del 70% dall'inizio di questo secolo, portata dalle tempeste di sabbia che sono destinate a imperversare in modo crescente. "Il cambiamento climatico peggiorerà in modo significativo le condizioni di vita in Medio Oriente e Nord Africa", avvertono i ricercatori. "Ondate di calore prolungate e tempeste di sabbia del deserto possono rendere alcune regioni inabitabili, cosa che ovviamente contribuirà alla pressione migratoria".

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