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Marocco: cresce consumo prodotti della terra

Marocchini preferiscono quelli con tracciabilità sicura

Redazione Ansa

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 16 GIU - Mangiare bene e, soprattutto, mangiare sano non è un mantra esclusivamente occidentale. Come dimostra il boom del consumo in Marocco di prodotti della terra.

Tanto che ormai il consumo di quelli rigorosamente 'Made in Morocco' sfiora il 90 per cento.

La cosa potrebbe apparire scontata in un Paese in cui l'agricoltura copre circa il 20 per cento del Prodotto interno lordo, ma solo apparentemente, perchè i consumatori ormai pretendono qualità e ritengono che essa sia assicurata proprio dalla produzione locale. Ormai tutti parlano di una nuova cultura che sempra avere preso piede e che non può che rendere orgoglioso il Paese che, scommettendo appunto sull'agricoltura, ha varato da qualche anno il progetto ''Marocco verde'', mirato a proiettare il settore - che impiega circa il 40 per cento della manodopera complessiva del Paese - verso il futuro, con importanti iniezioni di fondi e finanziamenti per ammodernare le strutture.

Un piano ambizioso, ma comunque realistico perchè prevede che, sino al 2020, gran parte delle attività agricole ritenute meritevoli di aiuti siano sostenute con una somma equivalente a dieci miliardi di euro, grazie ai quali valorizzare e spingere 200 prodotti, garantiti da due 'etichette' molto richieste dai consumatori: l'Indicazione geografica protetta e la Denominazione d'origine protetta. La cui assenza sulle confezioni o sui banchi di vendita induce spesso i consumatori a rivogere altrove la loro attenzione e quindi i loro acquisti.

Tra i prodotti preferiti ci sono le primizie, cui oggi sono dedicati venticinquemila ettari, con una produzione che, a fine 2013, sfiorava i due milioni di tonnellate, nell'88 per cento destinate al consumo interno, nell'8 per cento all'esportazione e nel resto alla trasformazione.

Nella hit parade dei prodotti spiccano di maggiore produzione, ma anche di più largo consumo spiccano le patate, i fagiolini e le fragole - che stanno conquistando sempre maggiori quote di mercato - e, ancora, i piselli, gli avocados, le pesche, le nettarine, le pere, i kiwi e le prugne.

La accresciuta importanza economica del settore è confermata da una recente statistica, frutto di uno studio che ha preso in esame le attività di 100 cooperative agricole, presenti sull'intero territorio marocchino. Un dato importante riguarda l'ammontare della loro cifra d'affari che è passato dai nove milioni di dirham del 2008 (circa 800 mila euro) ai 320 milioni di dirham (30 milioni di euro) nel 2014. (ANSAmed).

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