(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 29 APR - Spesso il Mediterraneo, al di là
dell'origine e dell'interpretazione storica che si dà alla
definizione, è un po' troppo ''nostrum'' nel senso che ciascuno
degli Stati che vi si affacciano ha, in materia di ambiente e
della sua salvaguardia, una legislazione propria e particolare.
Questo determina delle differenze di approccio sistemico che
ovviamente tende a tradursi in in politiche diverse o, quanto
meno con differenti velocità.
Il problema, come è facile intuire, è molto complesso, ma
certamente importante da affrontare e risolvere tempestivamente
e con efficacia, posto che ormai il Mediterraneo è un bacino in
sofferenza spesso per la sottovalutazione di alcuni problemi
che, ad esempio, sembrano ineludibili per gli Stati della Sponda
sul dell'Europa, mentre lo sono di meno per quelli del Nord
dell'Africa.
Il nodo della delicata questione è come si intende
fronteggiare gli effetti negativi dei mutamenti climatici che
necessiterebbero di un fronte comune da parte degli Stati, che
devono prendere coscienza di come in gioco ci sia il futuro non
solo del Mediterraneo, ma di tutte le popolazioni che vi si
affacciano e che da esso in qualche modo dipendono.
Se ne sono resi conto i partecipanti ad un congresso
internazionale, che si è tenuto a Marrakech (Marocco) ed al
quale hanno partecipato specialisti appartenenti a varie
organizzazioni che operano in relazione al territorio ed alle
sue problematiche. Un'occasione per eseguire una comparazione
tra le varie legislazioni, rilevandone talune incongruenze, che
non sono frutto di una analisi errata o preconcetta, ma spesso
del peso che hanno le diverse concezioni che gli Stati hanno del
loro ambiente e delle caratteristiche che esso può avere.
Gli specialisti non si sono limitati a confrontare e
bacchettare le legislazioni nazionali, ma hanno redatto un
documento, battezzato la ''Dichiarazione di Marrakesh'', che si
rivolge agli Stati (ovvero, alle strutture governative ed
intergovernative) , ma anche ai singoli professionisti che vi
operino.
L'obiettivo è quello di ottenere una più omogenea politica
ambientale, che si traduca in atto concreti, ma che liberino
effetti duraturi nel tempo.
L'ideale, è stato detto a Marrakech, sarebbe, oltre alla
conservazione dell'ecosistema, la creazione di strutture
tecnologicamente in grado di raccogliere dati ed elaborarli, per
farne quindi una base comune a tutti coloro che vogliono,
realmente e senza egoismi di parte, il bene del Mediterraneo.
(ANSAmed).
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Ambiente: Mediterraneo soffre differenze legislazioni Stati
Specialisti chiedono armonizzazione leggi per salvare mare