(ANSAmed) - NICOSIA, 13 APR - Affinché una bottiglia di vetro
gettata in mare si dissolva nell'acqua occorrono più di un
milione di anni, per una di plastica ne bastano "appena" 450.
Questo allarmante dato, reso noto pochi anni fa dall'Unep-Map -
il Piano di Azione Mediterranea del programma ambientale delle
Nazioni Unite - sembra non aver provocato alcuna modifica nei
comportamenti dei Paesi che si affacciano su questo bacino né
scalfito le coscienze dei milioni di individui che ogni anno ne
solcano le acque in quanto la quantità di detriti di plastica
galleggianti sulla superficie del Mare Nostrum è in aumento
esponenziale.
La denuncia, come riferisce oggi con evidenza il quotidiano
cipriota Famagusta Gazette, viene da uno studio pubblicato sulla
rivista scientifica PLoS ONE. L'indagine rileva che tra le 1.000
e le 3.000 tonnellate di plastica - costituite per lo più da
frammenti di bottiglie, sacchetti e involucri vari - galleggiano
ormai sulla superficie di questo bacino.
Secondo dati dell'Unep-Map, ogni anno finiscono nelle acque
del Mediterraneo circa 650 milioni di tonnellate di scarichi
fognari, 129mila tonnellate di olii minerali, 60mila tonnellate
di mercurio, 36mila tonnellate di fosfati e 3.800 tonnellate di
piombo. Inoltre, solo circa il 60% delle città costiere con
oltre 100mila abitanti dispone di un sistema di depurazione
delle acque reflue. Ma l'impatto ambientale della plastica sul
Mediterraneo, seppure più visibile, non è meno disastroso:
secondo lo studio pubblicato da PLoS ONE, la densità media degli
oggetti di plastica sulla superficie marina è di circa uno ogni
quattro metri quadrati.
Inoltre, "piccolissimi frammenti di plastica si prestano ad
essere inghiottiti da varie specie marine nell'intestino delle
quali rilasciano sostanze chimiche dannose", ha detto alla BBC
un esperto della Scuola di Scienze Biologiche britannica.
Frammenti di plastica sono stati trovati nello stomaco di pesci,
uccelli, tartarughe e balene.
Considerata la grande biodiversità esistente nelle acque del
mare Nostrum e la grande concentrazione di attività economiche
che si svolgono sopra le sue acque, gli autori della ricerca
sostengono che c'è da aspettarsi che i dannosi effetti
dell'inquinamento da plastica sia sulla vita delle specie marine
sia di quella degli esseri umani continueranno ad aggravarsi. Ma
il problema non riguarda solo il Mediterraneo: pezzi molto
piccoli di materia plastica sono stati rinvenuti anche
all'interno di ostriche e cozze coltivate sulle coste del Nord
Europa. (ANSAmed).
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Ambiente: Mediterraneo sempre più inquinato dalla plastica
Lo rivela uno studio sulla rivista scientifica PLoS ONE