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Marocco: prossima sfida, uso razionale risorse idriche

Il Regno si prepara a nuova politica utilizzo acqua

Redazione Ansa

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 16 OTT - L'acqua, come dicono studiosi e scienziati, è destinata a diventare il vero business di questo secolo, più che il petrolio, per cui si fanno guerre, mascherate da motivazioni politiche, ideologiche o religiose.

E lo sarà ancora di più in quei Paesi che, per collocazione geografica, sono costretti a guardare con attenzione all'utilizzo dell'acqua, per evitare che a pagare le conseguenze di un suo cattivo uso sia l'intera comunità nazionale. E' in questo spirito che il Marocco, conscio di camminare, nel campo delle risorse idriche, su un crinale stretto quanto pericoloso, ha deciso di fare di questo settore una delle priorità che il Regno si è posto per il futuro immediato. E lo ha fatto, come ha detto il ministro Charafat Afilal, che ha delega specifica, adottando una "politica di prospettiva", cioè pensando ad iniziative che abbiano come obiettivo un uso intelligente delle risorse e che amplino le ricadute positive di tali misure all'intera collettività.

Afilal, riferiscono i resoconti del suo intervento davanti alla Camera dei consiglieri, uno dei rami del Parlamento, ha detto che "la politica idrica del Regno poggia su tre pilastri.

Vale a dire: il controllo della domanda di acqua, lo sviluppo dell'offerta attraverso la mobilitazione delle risorse d'acqua convenzionali e non convenzionali, e la conservazione e la protezione delle risorse idriche".

Il primo dato importante, di fatto la base da cui il programma non può prescindere, è la situazione del livello dei bacini che, ha voluto sottolineare il ministro, "è sotto controllo", visto che "il tasso di riempimento va molto bene".

Ora, ha aggiunto, uno dei passi che ci accingiamo a fare sarà quello di individuare dei partner con i quali realizzare dei bacini di piccola e media portata, costituendo quindi, in un settore sino ad oggi di stretta pertinenza dello Stato, la base per una interazione tra pubblico e privato su cui si poggiano molte speranze. Certo, il rapporto tra Amministrazione centrale e collettività locali non va al meglio, perchè queste ultime pagano una difficoltà ad onorare impegni ratificati da tempo. Ma lo Stato marocchino non intende recedere dal perseguimento del suo obiettivo primario, quello del migliore utilizzo possibile delle risorse idriche. Ma il quadro generale mostra qualche diseguaglianza, legata alle caratteristiche geomorfologiche di alcuni regioni del Regno - soprattutto al sud - dove le carenze idriche sono evidenti e oltremodo penalizzanti per la popolazione e le attività produttive.

Il governo, su questo, sembra avere le idee chiare: ricorso alle acque di superficie o, in alternativa, a quelle che corrono in corsi d'acqua sotterranei.(ANSAmed).

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