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Leopoli, crocevia per la rinascita ucraina

In città prove di pace e normalità. Antico hotel snodo d'incontri

Redazione Ansa

(dell'inviata Manuela Correra) (ANSA) - LEOPOLI, 17 MAG - Arrivando a Medyka, piccolo villaggio nel sud-est della Polonia, colpiscono le lunghe file di tir, in attesa di oltrepassare il confine e raggiungere l'Ucraina. Questo paesino è una delle porte d'ingresso per raggiungere Leopoli, che dista circa 80 km, maestosa città dal sapore austro-ungarico finora solo lambita dalla guerra in corso con la Russia. Oltrepassare il confine oggi è semplice, molti ucraini fanno la spola tra i due Paesi e sono moltissimi quelli che hanno deciso di rientrare in patria scegliendo di stabilirsi proprio a Leopoli, Lviv in ucraino, città che sta assumendo sempre di più il ruolo di crocevia della rinascita.
    "A Medyka - racconta Michael, autista polacco che vive a Cracovia - ho accompagnato vari soldati, anche stranieri, e uomini d'affari. Tutti diretti a Lviv. Ma da qui passano pure tanti ucraini che tornano nel loro Paese".
    Lasciate le campagne, lungo la strada spoglia costellata da antiche chiese e altari consacrati alla Madonna, il cui culto è particolarmente sentito in questa zona, Leopoli si impone improvvisamente alla vista con i suoi palazzi, i suoi viali e la sua vitalità. Un'immagine che pare stridere con la realtà di un Paese in guerra da oltre un anno ma che, allo stesso tempo, rende evidente come le cose, almeno qui, stiano probabilmente iniziando un nuovo corso.
    E l'aria del cambiamento si respira forte in un luogo simbolo della città, lo storico Bank Hotel, che ha sede nell'edificio ottocentesco dell'ex banca austro-ungarica nel centro storico di Lviv. Soprattutto negli ultimi mesi, racconta Mariana - 27 anni, una laurea in filologia ed un impiego alla concierge dell'hotel -, "qui c'è stato un gran fermento: oltre alla stampa internazionale, sempre più numerose arrivano le delegazioni, uomini d'affari, compagnie mediche. Vengono organizzati numerosi meeting e conferenze di tema economico, con molti relatori stranieri. Abbiamo già tante prenotazioni per l'estate. Al Bank Hotel ha fatto tappa di recente il presidente Zelensky. In molti eventi qui, si parla tanto anche di ricostruzione del Paese".
    Insomma, una sorta di punto d'incontro di politici, economisti, medici ucraini e stranieri, ed al centro resta il tema della rinascita di un Paese profondamente ferito dalla guerra ma, dice Mariana, "determinato a rialzarsi". Certo, aggiunge, "la sirena ha suonato anche ieri notte e tutti gli ospiti sono scesi nel rifugio, sotto l'hotel, ma a Lviv i bombardamenti dall'inizio della guerra sono stati rari. La guerra c'è ma qui siamo vicinissimi alla Polonia e non è facile per la Russia agire".
    Quando finirà? "La guerra non durerà all'infinito ma credo non terminerà subito. Molti uomini ucraini continuano ad andare al fronte. Anche mio padre è lì. Allo stesso tempo, però, si inizia a parlare di ricostruzione. Quello che ci vuole - ammonisce la giovane - è una maggiore pressione politica internazionale. Penso che a questo punto non abbiamo bisogno di più armi quanto di più persone e Stati che combattano politicamente per noi". E per Michael, che si augura la guerra termini con la vittoria dell'Ucraina, "Putin pensava sarebbe stato facile, invece ora ha un grosso problema. Ha commesso un enorme errore".
    Intanto a Leopoli i locali ed i ristorantini del centro iniziano a riempirsi per la cena. Il parco che fronteggia il Teatro nazionale dell'Opera è zeppo di giovani e ci sono capannelli di ragazzi intorno a musicisti di strada. I bambini si divertono con i giochi d'acqua zampillanti sulla piazza e le mamme li fotografano. Si vende lo zucchero filato. Ma il richiamo alla guerra è comunque presente: lungo il viale campeggia una sorta di altarino con il ritratto di Putin e sotto è posato un fucile vero. Due giovani si avvicinano e chiedono se vogliamo fare il tiro al bersaglio. Il traffico però aumenta, così come il vociare e la gente che affolla le strade. A Leopoli, nonostante tutto, le prove per la pace e la normalità sono ormai iniziate. (ANSA).
   

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