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Enel: innovazione chiave per le sfide della sostenibilità

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 01 MAR - L'innovazione come chiave di volta per il disegno strutturale del modello economico nell'ottica della circolarità, per affrontare la sfida che l'Italia e l'Europa dovranno affrontare a livello globale. È il tema al centro del convegno "Innovazione per la circolarità", organizzato da Enel questa mattina all'Ara Pacis a Roma.
    "La transizione al modello di economia circolare presuppone un processo di ridefinizione dei processi produttivi, per fare in modo che i prodotti e gli impianti diventino circolari by design, in maniera genetica. E sotto questo aspetto non c'è adozione di economia circolare senza una forte piattaforma di innovazione", ha affermato il presidente di Enel Michele Crisostomo. Un percorso che Enel ha iniziato nel 2015, "da quando abbiamo abbiamo deciso di adottare un modello di economia circolare". Da quel momento sono diversi gli studi sull'argomento portati avanti da dall'azienda. "Dall'ultimo - ha spiegato Crisostomo - emerge che l'Italia è all'avanguardia nella circolarità dei suoi processi produttivi. Siamo sulla strada giusta. E considerando le tensioni geopolitiche e quelle sui prezzi, l'adozione di un modello di economia circolare ha anche a che fare con la mitigazione di questi rischi".
    L'Italia, "anche se pochi lo sanno, è una superpotenza dell'economia circolare. Recuperiamo circa l'80% dei rifiuti che vengono da attività produttive, la media europea è sotto il 50%, la Germania è 10 punti sotto. L'Italia ha risposto alla carenza di materie prime con l'utilizzo dell'intelligenza umana, e abbiamo già messo in atto filiere molto efficienti da questo punto di vista", ha affermato il presidente di Symbola, Ermete Realacci, specificando però che "si può fare di più e ci sono nuove frontiere".
    All'evento ha partecipato anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha affermato come il governo sia "in campo in Europa per ottenere una saggia flessibilità nell'utilizzo di tutte le risorse esistenti - quelle del Pnrr, del Recovery Eu e dei fondi di coesione - per utilizzarle da subito al meglio e pienamente per sviluppare in Italia quella tecnologia green e quella tecnologia digitale. Ed è possibile farlo per rispondere alla grande sfida sistemica cinese ed evitare di passare da una subordinazione che abbiamo dovuto pagare cara all'energia fossile russa, a una peggiore e ancora più drammatica subordinazione alla tecnologia cinese nel campo del green e del digitale".
    "L'Italia - ha aggiunto Urso - che ha tante piccole e micro imprese, deve adottare piu' di altre nazioni una strategia Paese. E avere milioni di imprese oggi, nell'epoca della deglobalizzazuione, non è più un handicap, ma un vantaggio competitivo come dimostrano i risultati dell'economia produttiva italiana. Per fare una strategia Paese, oggi necessaria, serve una politica industriale nazionale".
    Secondo la vicepresidente di Confindustria per la Sostenibilità, Ambiente e Cultura, Katia Da Ros, "la sostenibilità è un fattore di politica industriale e non solo ambientale, e su questo Confindustria concorda con il Ministro Urso. L'Italia è un grande sistema industriale ma è importatore netto di materie prime, caratteristica che ci ha obbligato negli anni a diventare i primi in Europa e i più efficienti nella circolarità dell'uso di risorse, un primato che dobbiamo mantenere. Accanto alla sostenibilità che è il grande obiettivo, dobbiamo assicurare l'indipendenza dalle commodities e dalla tecnologia. La sfida che abbiamo davanti è enorme: rendere il nostro sistema industriale sostenibile ma allo stesso tempo competitivo e resiliente, capace di mettere l'uomo al centro. Non si può prescindere dalla sostenibilità sociale oltre a quella ambientale ed economica". (ANSA).
   

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