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Scarti nocciole Perugina per progetto di economia circolare

Nestlé impegnata nella sperimentazione Live-Haze

Redazione Ansa

(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 16 APR - Gli scarti di produzione delle nocciole dello stabilimento Perugina di San Sisto saranno utilizzato dal gruppo Nestlé per il progetto sperimentale "Live-Haze" che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione di quelli agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare. Il progetto è finanziato da fondi Progetti di rilevante interesse nazionale del ministero dell'Università e della ricerca.
    Oltre alle diverse aziende del comparto, l'iniziativa vede la partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Torino (principal investigator), Catania, Milano, Perugia e Modena e Reggio Emilia.
    La Nestlé spiega che le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell'alimentazione per gli animali, secondo la multinazionale risulterebbe particolarmente idoneo grazie all'elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, è considerata una "valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare".
    "Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto al 100% italiano e di condividere le nostre conoscenze con le Università aderenti al progetto. Dare nuova vita a un piccolo scarto può contribuire a rendere la nostra filiera sempre più sostenibile e un modello di economia circolare da esportare, insegnandoci quanto niente possa essere davvero considerato un rifiuto, bensì una preziosa risorsa" ha dichiarato Marta Schiraldi, head of sustainability Nestlé Italia. "Come azienda che opera nel settore agroalimentare - ha aggiunto - abbiamo la responsabilità di trovare soluzioni per limitare gli sprechi e ridurre l'impatto delle nostre produzioni. Siamo certi però che lavorare da soli non basti, ma che la collaborazione con altre imprese, start up e Università sia fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie e raggiungere risultati sempre più significativi". (ANSA).
   

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