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Gas: ong, Cingolani sbaglia su più trivelle in Italia

"Insiste sempre sulle fonti fossili, ma servono le rinnovabili"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 GIU - Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia in una nota congiunta "reputano ancora una volta sbagliata la strada annunciata dal Ministro Cingolani per rendere indipendente dal punto di vista energetico il nostro Paese: il ministro comincia sempre dai fossili, fingendo di ignorare che la crisi climatica ne impone il progressivo abbandono, mentre occorre cominciare dalle fonti rinnovabili, le uniche che davvero garantiscono rapidità di installazione (superate le barriere burocratiche) e vera sicurezza energetica".
    Non è rivedendo il Pitesai, il Piano strategico per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, o aumentando le estrazioni di gas dal sottosuolo o dai fondali marini italiani che l'Italia riuscirà a raggiungere l'obiettivo.
    Le attuali riserve di gas individuate come certe e pubblicate dall'UNMIG, l'Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse afferente allo stesso Mite, sono poco meno di 40 miliardi di metri cubi, contro un fabbisogno nazionale annuale di gas fossile che supera i 70 miliardi. Anche se riuscissimo ad estrarre tutto il gas oggi, saremmo indipendenti forse fino alla fine dell'inverno prossimo. E poi? Dove sarebbe l'indipendenza energetica?".
    "L'affermazione del Ministro sullo "sbaglio" fatto in questi anni dal Paese in cui si è passati dalla produzione di un 20% di gas nazionale nel 2000 a un 3-4% nel 2020 - concludono le ong - non tiene conto - o non vuole tenere conto - che la scelta è stata obbligata dal fatto che la maggior parte dei giacimenti si stavano esaurendo". (ANSA).
   

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