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Pnrr: Giovannini, sindaci ruolo chiave per ripensare città

Anche progetti locali valutino investimenti su base Agenda 2030

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 28 GEN - "Domandarsi chi possiede le città vuol dire non solo discutere di dove fare un'infrastruttura ma vuol dire capire come si ripensa il presente e il futuro delle città. E i sindaci hanno questa domanda in mente nel momento in cui devono usare gli ingenti fondi del Pnrr e del Piano complementare, ma non solo, in un'ottica di ripensamento delle città". Così il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in videocollegamento alla presentazione del VII rapporto di Urban@it a Bologna.
    Il ministro ha sottolineato l'attrattività dell'Italia, in particolare di alcune città, dal punto di vista degli investimenti, elemento che "richiede a maggior ragione una visione strategica, una capacità di dare una direzione, di comunicarla e di essere poi coerenti, affidabili realizzatori", tema sul quale riconosce che "ci sono problemi di varia natura, compresi quelli legati alle regole". Ricordando l'importanza della ricostituzione del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu), con l'auspicio che sia operativo "a brevissimo termine", Giovannini evidenzia che questo è il luogo in cui si declina sul piano delle politiche urbane nazionali la centralità e la filosofia dell'Agenda 2030, ovvero "la visione integrata delle politiche economiche sociali e ambientali".
    Anche i sindaci sono chiamati a questo delicato compito: "Come organizzare la governance, il coinvolgimento della società civile, delle parti sociali, del mondo imprenditoriale e finanziario per far sì che anche i progetti a livello locale sposino questa filosofia". In questa direzione vanno gli incontri iniziati dal Ministero, dopo quelli coi presidenti di Regione, con i sindaci delle Città metropolitane. "Abbiamo già incontrato Milano, Roma, Torino, Bari. Incontri ritenuti estremamente importanti perché mettono allo stesso tavolo i sindaci con le diverse componenti del nostro ministero e anche con chi - come Anas o Rfi - sono poi chiamati a fare gli interventi sul territorio". Un lavoro che per il ministro "può produrre un maggiore coordinamento per politiche a diversi livelli territoriali". (ANSA).
   

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