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Expo Dubai come piattaforma per mondo più sostenibile

Rota, Padiglione Italia grande installazione innovativa

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Redazione Ansa

Expo 2020 Dubai come piattaforma globale di discussione e pensiero per un mondo sostenibile, con le architetture e le ingegnerie nuove protagoniste e al servizio della sicurezza, della salute e degli stili di vita sani. Un 'fil rounge' che è tutto nel padiglione che rappresenta l'Italia all'esposizione universale in programma l'anno prossimo. 

Si tratta "non di una architettura ma di una grande installazione. Significa che è completamente rimovibile, smontabile, riusabile in tutte le sue parti", sottolinea l'architetto Italo Rota che insieme a Carlo Ratti ne è l'artefice. Nel descrivere "la grande istallazione" Rota evidenzia come il padiglione del nostro Paese sia "una grande macchina in cui si predispone una grande avventura per i visitatori che vedranno tanta innovazione che però è tutta inglobata" in esso con "molti nuovi materiali". In questo senso "basti pensare - rileva il progettista - alla passerella che attraversa tutto il padiglione, che è fatta di farina di arance e fondi di caffè" e alla "grande fattoria di alghe che, tra l'altro, produce energia e mangia Co2" .
Creatività, ricerca e innovazione che sono la chiave del protocollo d'intesa siglato tra Il Commissariato italiano per Expo Dubai e il Politecnico di Milano. "Quello che cerchiamo di fare nelle nostre ricerche è quello di unire l'innovazione alla sostenibilità immaginandoci i nuovi architetti del futuro", afferma la professoressa Ingrid Paoletti delegata del Rettore del Politecnico di Milano per Expo Dubai. "Attraverso il protocollo d'intesa che abbiamo con il Commissariato vogliamo portare proprio questo" e cioè, "la nuova generazione di architetti, il futuro delle competenze, l'unione del digitale e della sostenibilità - spiega Paoletti - per creare l'ambiente del nostro futuro che immaginiamo che sia salubre, sostenibile, di elevatissima qualità come quella che ci rappresenta come sistema Italia in generale".
Temi peraltro al centro della prima tesi che si è ispirata al Padiglione Italia, realizzata da Simona Bertuccio appena laureata in Ingegneria Edile - Architettura al Politecnico di Milano e Anali Salarzadeh prossima alla laurea nello stesso ambito. Un progetto, quello pensato dalle due studentesse, che ha avuto come elementi "caratterizzanti il l'architettura bioclimatica e la sostenibilità in linea con i principi dell'agenda 2030", afferma Simona ricordando come sia stata posta particolare attenzione "sul concetto dell'energia pulita attraverso cui l'opera architettonica viene illuminata e ventilata". "L'intera progettazione è stata pensata e sviluppata prestando attenzione al tema del dopo Expo. Il nostro riferimento - conclude Anali - è stato lo studio dell'area dedicata all'Expo di Milano" ovvero "l'ipotesi di un prototipo di cittadella 'smart'".

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