(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Più di 7 italiani su 10 (74%)
ritengono che sia diventata urgente la transizione green verso
prodotti e metodi di produzione sostenibili; circa la metà (44%)
la considera giusta, anche se non applicabile a tutti i settori;
mentre quasi 6 su 10 (57%) non accettano il "ricatto del
lavoro", ovvero che la possibile perdita di occupazione,
determinata dai costi per la riduzione dell'impatto ambientale
dei processi produttivi, sia una motivazione per rinviarla. E'
quanto emerge dal report "FragilItalia", elaborato da Area Studi
Legacoop e Ipsos. Il 38% degli intervistati, che sale al 45% nel
ceto medio, considera la transizione indispensabile e da attuare
assolutamente. Segue il 12% di chi la ritiene pericolosa, perché
metterebbe a rischio molte imprese, e il 6% di chi ritiene che
le imprese debbano essere libere di fare le proprie scelte.
Quanto ai costi dei prodotti quasi 6 italiani su 10 ritengono
giusto che i prodotti green ed ecosostenibili abbiano un prezzo
più alto, per consentire alle imprese di coprire i maggiori
costi di produzione; di parere opposto il 42%. Ma da chi
dovrebbe essere sostenuto questo aumento dei costi di
produzione? Il 10% pensa che siano i consumatori a doversi
sobbarcare questo onere, mentre il 47% ritiene che dovrebbe
essere sostenuto dalle imprese, anche riducendo un po' i margini
di profitto; il 43% invece ritiene che dovrebbe essere sostenuto
dallo Stato, anche tagliando altri servizi ai cittadini e al
welfare, riconoscendo specifici bonus fiscali alle imprese.
(ANSA).
Ambiente: per 7 italiani su 10 transizione non è rinviabile
Legacoop-Ipsos, solo il 12% la ritiene pericolosa per le imprese