(ANSA) - MILANO, NOV 16 - L'idrogeno pulito "sta diventando
un fattore sempre più importante a sostegno della transizione
energetica e della ripresa economica in Europa, con un aumento
mirato della capacità di elettrolisi di 40 gigawatt entro il
2030" ma ci sono "ancora grandi ostacoli" a un suo sviluppo "su
vasta scala" tra i quali "la scarsa competitività dei costi, la
tecnologia ancora immatura, il supporto regolamentare
insufficiente, l'incertezza sulle dinamiche future della domanda
e la mancanza di infrastrutture per la produzione". E' quanto
afferma S&P Global in un report dedicato all'idrogeno e definito
al momento "un atto di fede" da parte delle utilities europee,
considerato che la sua produzione è "ancora molto costosa e
lontana dall'essere competitiva".
L'agenzia di rating esclude che l'idrogeno "trasformerà in
modo significativo il mercato europeo dell'energia o avrà un
impatto dirompente sui modelli di business delle utility almeno
fino al 2025, e in seguito questo potrà avvenire solo se i
numerosi progetti pilota attualmente in corso avranno successo".
Una crescita dell'industria dell'idrogeno pulito, conclude S&P,
genererebbe benefici per le utilities in quanto "aumenterebbe in
modo significativo la domanda di energia elettrica per produrre
idrogeno e assegnerebbe anche un nuovo ruolo alle infrastrutture
esistenti nel settore del gas, se verranno adattate per stoccare
e trasportare l'idrogeno". (ANSA).
Energia: S&P, idrogeno pulito resta un 'atto di fede'
Nessun effetto dirompente sul mercato almeno fino al 2025