(ANSA) - ROMA, 16 SET - Un'Italia destinata ad essere sempre
più calda, senza politiche
mirate di mitigazione del surriscaldamento climatico, con un
aumento della temperatura nei prossimi 30 anni fino a 2 gradi in
più (rispetto al periodo 1981-2010) e, nello scenario peggiore,
con un innalzamento che può arrivare fino a +5 gradi al 2100. E
al crescere dell'innalzamento della temperatura, corrisponde
l'aumento rapido ed esponenziale dei costi degli impatti dei
cambiamenti climatici con un valore fino all'8% del Pil pro
capite a fine secolo. Senza interventi per arrestare la marcia
del riscaldamento climatico crescerà anche la disugualianza
economica Nord-Sud e tra fasce di popolazione più povere e più
ricche.
L'allarme è contenuto nel report 'Analisi del Rischio. I
cambiamenti climatici in Italia', della Fondazione Cmcc, Centro
Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Nello scenario
peggiore, +5 gradi a fine secolo, si assiste alla diminuzione
delle precipitazioni estive nelle regioni del centro e del Sud,
aumento di eventi con precipitazioni intense e in tutti gli
scenari aumento del numero di giorni caldi e dei periodi senza
pioggia. Altro indicatore climatico le notti tropicali (giorni
con temperatura mai sotto i 20 gradi): fino +18 giorni da qui
al 2050 rispetto al periodo 1981-2010, con conseguenze su salute
e consumi energetici. Sul fronte degli eventi estremi negli
ultimi 20 anni, sottolinea il rapporto, c'è stato un aumento del
9% della probabilità del rischio.
Senza contare l'impatto sull'ambiente marino e costiero e
sull'agricoltura. Nei campi tendenza alla riduzione delle rese
per molte specie coltivate. Impatti negativi sono attesi anche
per il settore dell'allevamento.
Nelle città, in seguito all'incremento nelle temperature
medie ed estreme, alla maggiore frequenza (e durata) delle
ondate di calore e di eventi di precipitazione intensa, bambini,
anziani, disabili e persone più fragili saranno coloro che
subiranno maggiori ripercussioni. Sono attesi, infatti - si
legge nel rapporto della Fondazione Cmcc - incrementi di
mortalità per cardiopatie ischemiche, ictus, nefropatie e
disturbi metabolici da stress termico e un incremento delle
malattie respiratorie dovuto al legame tra i fenomeni legati
all'innalzamento delle temperature in ambiente urbano (isole di
calore) e concentrazioni di ozono (O3) e polveri sottili (PM10).
"Il rapporto rappresenta il punto più avanzato della
conoscenza degli impatti e l'analisi di rischio integrato dei
cambiamenti climatici in Italia", spiega Donatella Spano, membro
della Fondazione Cmcc e docente dell'Università di Sassari, che
ha coordinato i 30 autori dei 5 capitoli che compongono la
ricerca.
In particolare sui rischi per l'economia italiana, si
sottolinea nel rapporto, "tutti i settori risultano impattati
negativamente dai cambiamenti climatici, tuttavia le perdite
maggiori vengono a determinarsi nelle infrastrutture,
nell'agricoltura e nel settore turistico sia estivo che
invernale". Considerando lo scenario peggiore di innalzamento
della temperatura a fine secolo, il costo del rischio
alluvionale è di 15,3 miliardi di euro l'anno, nel periodo
2071-2100; i costi da innalzamento del mare arrivano fino a
5,7mld; il decremento del valore dei terreni agricoli tra 87 e
162 mld; la contrazione della domanda turistica fino a 52
miliardi di euro.
Nel rapporto è anche sos incendi. Nei prossimi decenni il
rischio aumenterà del 20%, secondo gli scenari peggiori, con una
stagione di +20-40 giorni l'anno e la superficie percorsa dai
roghi a fine secolo in un aumento tra il 21 e il 43 per cento.
"I cambiamenti climatici - scrivono i ricercatori -
richiederanno numerosi investimenti e rappresentano
un'opportunità di sviluppo sostenibile che il Green Deal europeo
riconosce come unico modello di sviluppo per il futuro". (ANSA).
Clima: Italia rischia 8% Pil pro capite e +5 gradi
Prima analisi integrata Centro Euromediterraneo a fine secolo