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Fase 3: le paure dei millennial, al centro lavoro e clima

Studio Deloitte, in Italia ansia o stress per quasi uno su due

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 LUG - Ansia e stress sono la norma per quasi un ragazzo su due, in Italia, e la pandemia non ha che accentuato il fenomeno, con nuove preoccupazioni per la salute e il lavoro e un'attenzione costante all'emergenza climatica. Il Millennial Survey di Deloitte Global, ha studiato le opinioni dei nati tra 1981 e 1996 (i cosiddetti Millennial) e quelli del 1997-2012 (la Gen Z) a gennaio e poi di nuovo ad aprile, dopo lo scoppio della pandemia di Covid.
    Ad aprile i Millennial e i Gen Z che si dichiarano ansiosi o in preda allo stress sono saliti rispettivamente dal 45% al 47% e dal 45% al 48% rispetto a gennaio, quando il Coronavirus sembrava un problema lontano.
    Tra le preoccupazioni, cresce l'importanza attribuita alla prevenzione sanitaria e al tema della disoccupazione (dal 31% di gennaio al 37% di aprile), ma restano una priorità anche i cambiamenti climatici, con un lieve calo di interesse (35% ad aprile vs 43% a gennaio).
    Se prima della pandemia più della metà dei rispondenti sosteneva fosse troppo tardi per rimediare ai danni causati dal climate change, questa percentuale è scesa ad aprile, forse dopo aver constatato l'impatto ambientale positivo derivante dalla riduzione delle attività produttive.
    L'80% degli intervistati, comunque, crede che governi e imprese debbano mettere in campo sforzi maggiori per salvaguardare l'ambiente e l'84% continuerà ad adottare comportamenti green. Due su tre ritengono però che, nella crisi da Coronavirus, la lotta ai cambiamenti climatici sarà una questione meno prioritaria per aziende e istituzioni.
    Anche livello personale, la pandemia ha portato a una cambiamento delle preoccupazioni. Le opportunità lavorative, inizialmente indicate dal 47% del campione, scendono al 45%, mentre sale l'ansia legata alle prospettive finanziarie a lungo termine (dal 41% al 47%) e la preoccupazione per la propria salute (dal 33% al 39%). Resta stabile, al secondo posto, il benessere della famiglia.
    Nel post Covid, il 62% dei Millennial e il 64% della Gen Z vorrebbe che il lavoro da remoto diventasse la nuova normalità e la maggioranza si dice più sensibile ai bisogni degli altri.
    Sono circa tre su quattro i ragazzi motivati ad esercitare un impatto positivo sulla comunità. (ANSA).
   

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