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Cerved: Pmi, servono 135 miliardi per transizione ecologica

Crisi ucraina ed quella energetica aumentano rischi per imprese

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 22 NOV - Le attuali crisi geopolitica ed energetica hanno peggiorato il quadro economico delle piccole e medie imprese italiane, ma questo non deve fermare gli investimenti nella transizione ecologica, altrimenti i rischi di default saranno ancora maggiori in futuro.
    A dirlo il rapporto Pmi 2022 Osservitalia di Cerved, che evidenzia come l'attuale crisi abba ridimensionato le aspettative di ripresa economica. In base all'indice di rischio prospettico di Cerved nello scenario peggiore le Pmi in area di sicurezza si ridurrebbero infatti dall'attuale 46,7% al 35,7% mentre quelle rischiose salirebbero dal 5,7% al 7,5% e quelle vulnerabili dal 13,9% al 20,8%.
    Nonostante l'attuale crisi, però, il rapporto Cerved sottolinea come le imprese non debbano allentare la presa sulla gestione della transizione verso un'economia sostenibile. Chi non adotterà provvedimenti per mitigare i rischi legati ai cambiamenti climatici avrà, infatti, nel 2050 il 25% in più di probabilità di default rispetto a oggi, e il 44% in più di chi invece investe fin da ora.
    "Complessivamente, l'investimento che le Pmi dovrebbero sostenere per finanziare fin da ora il processo di transizione è di circa 135 miliardi di euro entro il 2030. Abbiamo stimato, però, che l'indebitamento aggiuntivo in condizioni di sicurezza delle Pmi italiane sia di circa 81 miliardi di euro, quindi oltre la metà degli investimenti necessari potrebbe essere finanziata con un aumento dell'indebitamento senza un impatto significativo sulla solidità finanziaria. Una transizione ordinata richiede la partecipazione attiva di tutti gli attori, dal sistema politico a quello produttivo e bancario" ha commentato Andrea Mignanelli, a.d. di Cerved. (ANSA).
   

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