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Expo Dubai: Mediolanum con Flowe, esempio di sostenibilità

Di Montigny: creiamo modelli di sostenibilità con uomo al centro

Redazione Ansa

(ANSA) - DUBAI, 04 FEB - "La gente, I cittadini nel mondo stanno chiedendo a gran voce alla aziende di farsi carico di problemi sociali, che vanno dalla sostenibilità alla diversity e inclusion, si chiama brand activism. Per questo sono venuto insieme ai miei collaboratori a novembre all'Expo di Dubai per studiare nuove soluzioni nell'ambito della sostenibilità, uno dei megatrend che plasmeranno il mondo del futuro, e oggi torniamo perché siamo stati invitati dagli Organizzatori di Expo a raccontare le attività che stiamo portando avanti come Flowe", lo dice il presidente di Flowe, una delle aziende del gruppo Mediolanum, Oscar Di Montigny all'Expo di Dubai.
    Flowe sta provando a creare da zero nuovi modelli di sostenibilità bancaria. Un impegno che le è stato riconosciuto a Dubai, così a margine dell'evento World Majlis ospitato dal padiglione di Spagna, a cui ha partecipato, Di Montigny ci mostra la nuova carta di debito Flowe: in legno. "Ne vado orgogliosissimo. Tracciamo l'impatto che ogni transazione ha sul mondo, ad esempio quando compriamo un panino vediamo che consumo di CO2 produce e poi andiamo come banca a 'compensarlo': al raggiungimento di un certo quantitativo, piantiamo un albero. Ma non solo. Offriamo gratuitamente agli utenti formazione orientata alla sostenibilità. Poi puliamo le spiagge, salviamo le balene, pur restando una banca, quindi con tutti i servizi finanziari che un utente si aspetta", continua il presidente di Flowe.
    "Flowe ha quasi 700mila clienti", dice ancora Di Montigny. Ma Flowe incarna anche i principi della Humanovability, il tema di cui parla agli World Majlis di Expo, una crasi fra innovazione, sostenibilità e centralità dell'uomo. "Dobbiamo innovare, a livello di sostenibilità. Ma l'uomo deve essere al principio e alla fine di ogni innovazione, per una sostenibilità efficace e innovativa. Flowe lo sta provando a fare in uno dei settori meno innovativi della storia, le banche", conclude Di Montigny.
    (ANSA).
   

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