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Razzismo: Onu, crimini forze dell'ordine vanno perseguiti

Bachelet, 'inaccettabile che chi li commette non venga punito'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 02 OTT - I crimini a carattere razziale vanno perseguiti, ''è inaccettabile'' che chi, tra le forze di sicurezza, li commette non paghi per ciò che ha fatto. Lo ha dichiarato l'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, che ha ricordato come il suo ufficio continua a ricevere "segnalazioni di brutalità da parte delle forze dell'ordine contro persone di origine africana". Secondo Bachelet ''è motivo di profonda preoccupazione il fatto che queste violazioni dei diritti umani rimangono impunite''.
    A Ginevra, davanti ai membri del Consiglio dei diritti dell'uomo, Bachelet ha denunciato che troppo spesso su questi casi non vengono aperte inchieste e che le immagini su questi episodi diffusi dai media creano ''una forte indignazione pubblica''. Dunque, ha sottolineato la rappresentante Onu, è nostro dovere contrastare subito questo fenomeno ovunque e sollecitare le autorità ad agire"."Il razzismo, infatti - ha dichiarato - colpisce tutti i paesi", invade lo Stato di diritto e lo spazio democratico e costituisce una "violazione inaccettabili dei diritti umani". "Per troppo tempo - ha aggiunto - le vittime del razzismo sistemico e della discriminazione razziale e le loro famiglie hanno sopportato tante sofferenze", ha aggiunto. Per questo, ha detto ancora "È nostro dovere urgente e collettivo affrontare questi problemi, immediatamente e ovunque".
    Se è giusto riconoscere le difficoltà del lavoro delle forze dell'ordine, ha proseguito Bachelet, queste hanno "il dovere di svolgere i loro compiti in conformità con la legislazione sui diritti umani, nel rispetto dell'uguaglianza e della dignità".
    "In ogni Stato in cui prevale lo Stato di diritto, ci devono essere anche meccanismi di supervisione e un impegno assoluto a porre fine all'impunità", ha detto, aggiungendo che ''in questa lotta contro l'impunità è essenziale ascoltare le voci delle vittime di origine africana, delle loro famiglie e delle loro comunità, imparare dalle loro esperienze per formulare 'raccomandazioni' che mirano a portare un cambiamento reale".
    (ANSA).
   

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